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Vlad il figlio del dragone

Preso da (Excalibur 11/93)

Vlad nasce nell'anno 1431 nella cittadina rumena di Sighisoara, in un territorio stretto fra la morsa delle crociate e l'invasione turca. I regni cristiani all'epoca erano solamente la Serbia, la Bulgaria e la Transilvania, ai quali era chiesto di combattere l'avanzata musulmana e che dovevano, inoltre, fronteggiare l'ingerenza cristiano-ortodossa ad est e quella cattolica ad ovest. Il padre del padre di Vlad, Mircea il Grande, regnò in Valacchia (nella Transilvania meridionale) per 32 anni, resistendo con tenacia agli invasori, privo tra l'altro dell'aiuto della Chiesa, troppo impegnata a combattere gli eretici ad ovest. Suo figlio, Vlad II, ne raccolse la pesante eredità e nel 1431, nel castello di Norimberga, fu investito da Sigismondo, imperatore del Sacro Romano Impero, dell'Ordine del Drago, un'organizzazione segreta di tipo monastico-militare, atta a sconfiggere i nemici naturali e soprannaturali della Chiesa. Lo stemma dell'Ordine era un Drago alato, simbolo del demonio nel folklore e nell'arte della Romania. Vlad II venne così soprannominato Dracul (Drago, ma anche Diavolo in rumeno) e il suo ultimo nato Dracula (figlio del Drago o piccolo Drago).

UN PO' DI STORIA... L'ungherese John Hunyadi, considerato uno dei piu grandi crociati del tempo, interessato in realtà più alle ricchezze che agli ideali, incominciò ad insidiare il trono di Vlad II. Difatti dopo avergli promesso aiuti militari per la guerra con tro i Turchi, lo lasciò solo costringendolo a perseguire una strategia discutibile, in cui si videro lo stesso Vlad e il primogenito Mircea galoppare e combattere a flanco dei musulmani contro la propria gente, salvo poi tradire il sultano, Murad, utilizzando gli ultimi lealisti che, guidati dal flglio, colpirono con fulminanti raid le più importanti postazioni turche. Così, nonostante le conquiste musulmane in Transilvania, la Valacchia uscì rafforzata nelle sue credenze cristiane, spingendo il sultano a chiedere la lealtà di Dracul. Nel 1444 Murad invitò il principe valacco e i suoi tre figli a dividere l'ospitalità della sua corte. Vlad, fiutando la trappola, lasciò che Mircea facesse le sue veci in sua assenza. Infatti il principe fu imprigionato dai Turchi e gli fu permesso di ritornare al trono solo dopo aver promesso fedeltà al sultano e aver lasciato i due figli in ostaggio. Dracula aveva solo 13 anni e suo fratello Radu era ancora più giovane di lui. Nonostante ciò, tornato in Valacchia, Vlad II venne meno alla promessa, rischiando deliberatamente la vita della sua progenie, e si unì ai crociati di Hunyadi. I cristiani, pur sorretti dalla brillante tattica di Mircea, persero la battaglia e furono costretti a battere in ritirata. A seguito dei loschi giochi di potere dell'ungherese, sia Vlad II che il flglio furono assassinati e Hunyadi mise sul trono di Valacchia un principe fantoccio: Vladislav II.

L'IMPALATORE

Fortunatamente Murad decise di non sopprimere gli eredi di Vlad II, custoditi nel castello di Egrigoz, sprofondato nelle inaccessibili montagne dell'Asia Minore, ma cercò di sfruttare la situazione a suo vanlaggio. Insegnò loro statistica, scienza, lingue, tattica militare turca, filosofia greca e cinismo politico. Dracula, poi, riuscì anche a far proprio il misticismo arabo, pur senza accettare di assoggettarsi al sultano, decisione che gli costò svariate punizioni e che non condivideva col fratello, appagato dalle usanze musulmane. Nel 1448 Murad decise che la Valacchia necessitava una volta ancora della ferocia dei Vlad, senza contare che l'usurpatore era un'incognita e con il tempo avrebbe potuto rivelarsi assai pericoloso. Liberò cosi il giovane Dracula, che all'età di 17 anni reclamò ed ottenne il trono con l'ausilio dei Turchi. Ma Hunyadi non era disposto a cedere e ben presto mandò i suoi assassini per eliminare il ragazzo. Avvisato tempestivamente, il principe fuggì a nord, in Moldavia, dove, rifugiatosi presso i monaci cristiani, ebbe modo di apprendere la cultura umanistica del Rinascimento e le conoscenze segrete dei mistici. Durante il suo esilio venne raggiunto da quelli che erano stati gli uomini di suo padre che gli consegnarono il medaglione dell`ordine del Drago, la spada e una lettera del genitore. Nel manoscritto erano racchiusi i segreti del regno di Valacchia, informazioni su amici e nemici e la spiegazione del tradimento perpetrato ai figli in nome della Croce, affinché potessero regnare per sempre sul Trono dei troni. Forte delle nuove informazioni, Dracula si recò presso l'Ordine c pretese la restituzione ufficiale del regno ai legittimi eredi di Vlad. Egli sopravvisse ad agguati ed imboscate, e con grande sorpresa del mondo cristiano si recò al Castello di Hunedoara dove giurò fedeltà a Hunyadi, assassino di suo padre. La corte dell'ungherese rimase favorevolmente impressionata dal coraggio di Dracula; inoltre, grazie ad una politica errata, Hunyadi aveva perso la sua reggenza sull'Ungheria e più che alla vendetta sulla famiglia di Vlad pensava a ricostituire il potere perduto. Così si prese cura del giovane principe e gli insegnò la tattica militare occidentale e anti-turca. Dracula apprese la tecnica della guerriglia e la costruzione di rozzi "carri armati". Inoltre, in questo periodo, il giovane peregrinò per l'Europa affamato di conoscenzc che riguardassero l'occulto. Tornato dai suoi viaggi, si recò alla sede dell'Ordine del Drago, alla cappella imperiale di Norimberga, dove fu insignito delle tre vesti dell'Ordine: verde come le scaglie del Drago, rossa come il sangue dei martiri, nera come il mistero della passione di Cristo. Nel 1456, due settimane dopo l'improvvisa dipartita di Hunyadi, Dracula assalì Vladislav II e si riprese il trono di Valacchia, giurando fedeltà solo a se stesso e al popolo rumeno. Iniziò a consolidare il proprio potere rafforzando le alleanze con gli ufficiali cristiani ad ovest, pagò il tributo al sultano e nello stesso tempo incitò la ribellione contro i Turchi lungo i confini. Liberò il suo regno dalla minaccia dei sostenitori di Vladislav II uccidendo i membri dell'armata ed ogni erede maschio dell'usurpatore. Era un uomo sospettoso e vendicativo, estremamente intransigente sulla legge e sull'ordine. Qualsiasi crimine, piccolo o grosso, veniva punito con la morte, preferibilmente con l'impalamento, poiché la sua filosofla diceva che chi ha commesso un piccolo torto presto ne avrebbe commesso sicuramente uno peggiore. Sembra che le vittime della sua intransigenza, o forse della sua vena sadica, siano state più di 100.000, e se si considera che l'intera popolazione del regno di Dracula ammontava a 500.000 anime, la cosa non è indifferente, anche in tempi oscuri e violenti come quelli. Tra l'altro, oltre all'impalamento, il catalogo delle crudeltà includeva anche: smembramenti, accecamenti, scuoiamenti, castrazioni, violenze sessuali, nonché l'uso di bollire vive le proprie vittime per poi esporle agli animali selvaggi. Tutto ciò con il tacito consenso del vescovo di Erlau e con il supporto di Papa Pio II che lo ammirava per le sue doti di grande guerriero contro gli infedeli Turchi. Il principe costituì una potente forza militare composta da mercenari leali solo alla sua persona e che provenivano da razze e religioni diverse; così, Turchi, cristiani ortodossi, cattolici, impararono a combattere per la stessa causa, a cooperare e furono istruiti nelle varie tecniche di combattimento. Istituì poi un corpo speciale di maestri impalatori detto "Axes". Ma la minaccia più temibile al suo trono proveniva dall'interno, ovvero dai cosiddetti boyar, i proprietari terrieri, che gli mandarono contro le proprie armate. Con una serie di agguati, Dracula uccise tutti gli uomini mandati ad assalirlo, poi invitò i feudatari ad una festa, al termine della quale impalò i più vecchi e le loro consorti e imprigionò i più giovani che mandò a Tirgoviste, dove costruirono, lavorando fino alla morte, Castel Dracula. Facile intuire il motivo del soprannome affibbiatogli: Tepes, in rumeno "L'Impalatore". I posti vacanti nella nobiltà furono riempiti con i suoi uomini più fedeli, soprattutto contadini, e anche i rimanenti proprietari terrieri gli giurarono lealtà. Disobbedendo ai voleri di sultano e imperatore, che proibivano ai propri vassalli la costruzione di postazioni difensive contro i propri signori, il castello di Dracula era una vera e propria fortezza con molti tunnel sotterranei; inoltre egli fece costruire una serie di rifugi, abbastanza riforniti da sostenere un assedio, nelle montagne. La sua politica estera non era meno dura: quando un gruppo di giovani tedeschi fu mandato in Valacchia per "imparare il rumeno", egli chiese le motivazioni di questa scelta territoriale, quando l'Ungheria o la Transilvania nord-occidentale erano altrettanto adatte allo scopo e più comode da raggiungere. Le risposte furono ovviamente insoddisfacenti. Nessuno di quel gruppo fece ritorno in patria. I Sassoni tedeschi di Valacchia, turbati dall'accaduto, decisero di sollevarsi per rovesciare il trono. Con una serie dl raid nelle loro proprietà, Vlad Tepes fece impalare una grandissima quantità di contadini. Ad ogni modo, le sue nefandezze erano accompagnate da un indiscutibile humor nero. Una volta un rivale, il Principe Dan III, marciò verso le sue terre con un'armata cercando di sollevare contro di lui il popolo rumeno. Ma la sua prodezza finì miseramente grazie alla lealtà dei sudditi e Dan si scavò la fossa da solo, e non in senso figurato, mentre un sacerdote leggeva ad alta voce la messa funebre. Ben presto anche l'ultimo rivale, tale Vlad il Monaco, fu eliminato a seguito di una notevole carneficina; ora Dracula, certo della sua forza, poté iniziare a pianificare la sua guerra contro i Turchi; fu l'unico infatti a rispondere prontamente all'appello del Papa per un'altra crociata. Inoltre aveva già da tempo smesso di pagare i tributi al sultano che, spazientito, inviò presso di lui una delegazione che gli facesse pressione richiedendogli un aiuto concreto per aiutarlo a conquistare la Serbia. Quando i Turchi giunsero al suo cospetto, Dracula chiese loro perché lo offendevano mantenendo i turbanti sul capo. Gli ambasciatori spiegarono che faceva parte dei loro costumi e il principe inchiodò i copricapi alle loro teste in modo che mai trasgredissero alle usanze; dopodiché avvisò la Serbia del pericolo e iniziò a combattere le truppe musulmane che facevano raid nei suoi villaggi. Il sultano allora pregò il principe di andarlo a trovare per discutere della situazione, ma Dracula rispose dispiaciuto che non poteva lasciare il trono, minacciato dai Sassoni, e che non poteva in ogni caso pagare i tributi poiché non aveva denaro a sufficienza. Passato l'inverno però mandò a dire che si sarebbe messo in viaggio e pregò il sultano di mandare un uomo che lo sostituisse sul trono durante l'assenza. Il turco acconsentì e mandò una truppa ed anche una spia. Furono tutti impalati. Il mondo cristiano era entusiasta per le sue azioni, ma non inviò aiuti neanche quando il sultano mandò contro Dracula un'enorme esercito che avrebbe dovuto annientarlo una volta per tune. Vlad Tepes allora incitò i suoi uomini premiando coloro che avevano riportato ferite in battaglia e uccidendo quelli fuggire durante il combattimento; poi mandò esploratori che gli riferissero i movimenti dei suoi nemici. Utilizzò con bravura ed astuzia la tattica della guerriglia conducendo i Turchi nel cuore del suo territorio dove, bruciando pozzi e diffondendo pestilenza, decimò l'armata nemica. La fedeltà dei contadini che morivano sotto tortura piuttosto che tradire sgomentò ulteriormente il sultano già provato dall'assedio di parecchie torri, le quali però non accennavano a cedere. Quando i musulmani giunsero davanti a Castel Dracula, una selva di corpi impalati li attendeva per dar loro il benvenuto. La ritirata turca fu quasi immediata e Vlad Tepes divenne un eroe cristiano. Una sola arma rimaneva al sultano: appoggiare l'unico in grado di usurpare il trono di Dracula, suo fratello Radu. Appoggiato dall'esercito turco, Radu convinse i feudatari a mettersi dalla sua parte e questi iniziarono a spargere la voce che Vlad III voleva impalare l'intera popolazione valacca e che era un principe dalla vita segnata dalla depravazione. Così, benché alcuni rimanessero fedeli al principe, altri lasciarono passare i musulmani e Vlad fu costretto a fuggire con l'aiuto degli Axes e dei contadini attraverso i tunnel segreti. Pare tra l'altro che sua moglie, piuttosto che cadere nel le mani dei Turchi si sia suicidata gettandosi da una finestra della torre. Dracula si recò dal re d'Ungheria, Mathias, nella speranza di organizzare una nuova crociata, ma l'Europa era divisa all'interno e non prese alcuna decisione. Inoltre, Radu riuscì a corrompere Mathias che, nel 1462, separato Vlad dai suoi uomini, lo fece arrestare e imprigionare a Budapest. La motivazione ufficiale si basava sulle crudeltà di Dracula e su di una sua presunta alleanza col sultano; in realtà le 40.000 monete d'oro che Papa Pio II gli aveva inviate per finanziare una nuova crociata erano servite a ben altri scopi, e questa situazione copriva la bassezza dell'operato di Mathias. Vlad III si aspettava un risentimento generale da parte dell'Europa cristiana nei confronti del suo trattamento, ma si sbagliava. Pio II era morto e i seguaci di Vlad il Monaco insozzarono ulteriormente il suo nome dipingendolo come un mostro, un figlio dell'inferno. Presto però Radu tradì i patti con l'occidente e permise ai Turchi di impossessarsi della Valacchia. L'ungherese allora liberò Vlad minacciando di rimettrlo sul trono. Ma Radu, a causa della sua salute cagionevole, non visse abbastanza per vedere le conseguenze del suo gesto. Una volta ricostituitosi il potere, ammogliandosi all'interno della famiglia di Hunyadi, Dracula tornò a riprendersi il trono lasciato in balìa degli anarchici. Rafforzò i suoi Axes e riprese le guerre contro i Turchi. Ma l'ala della morte l'aveva sfiorato ed egli si era reso conto della fragilità di questo involucro terreno. Sembra che sia stato ucciso in un combattimento, fuori dalla città di Bucarest, a 45 anni, e che la sua testa sia stata portata a Costantinopoli dal sultano per dimostrare che il loro più temibile nemico, Kaziklu Bey (l'Impalatore), non c'era piu. Sembra anche che i suoi resti siano stati bruciati al monastero di Snagov, vicino a Bucarest, ma molti concordano nel dire che il suo corpo non è mai stato ritrovato e che fu il demonio a vincere la sua anima nel duello finale.

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