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ORDINE TEMPLARE
Le Origini dell’Oridine Templare
Gerusalemme, c.a.1118
Sono trascorsi oramai 20 anni dalla conquista della Terrasanta, da parte dei Crociati. Tutta Europa si era svegliata all'appello di papa Urbano II,fatto al concilio di Clermont (1095) per la "guerra all'infedele". Partirono in tanti, anche appartenenti al diverso ceto sociale; pellegrini, povera gente, commercianti, principi e nobili cavalieri. Proprio tra questi ultimi, troviamo un piccolo gruppo proveniente dalla regione della Champagne, con a capo il nobile Ugo di Payns. è proprio da questo nome che iniziamo il nostro viaggio alla scoperta dei Templari.
Proprio nel 1118, Ugo di Payns costituisce un ordine, azni più una piccola cerchia di uomini, assolutamente da escludere per quei tempi: l'Ordine dei poveri cavalieri del Cristo. Questa è la prima volta nel mondo medievale nel quale lo stesso uomo può assistere ad una grandissima novità nel sistema sociale, fino ad allora suddiviso in Bellatores (coloro che combattevano), Oratores (coloro che pregavano) e Laboratores (coloro che lavoravano). Il nuovo ordine conciliava i principi base del monachesimo (povertà, castità, obbedienza) all'uso delle armi a protezione dei pellegrini che si recavano nei luoghi santi. Monaci e al tempo stesso soldati! Questa, se volete contraddittorietà, sarà anche in seguito, il "filo conduttore" nella storia stessa dei Templari. Il re che governava Gerusalemme in quell’epoca era Baldovino II, che accoglie i primi cavalieri nel suo palazzo, presso la moschea di Al-Aqsa, dove in passato sorgeva il mitico Tempio di Salomone, che ovviamente sarà oggetto di future credenze mistiche, dovute anche dai documenti portati dai templari.
Da questo momento la nuova milizia/o esercito, come vogliamo chiamarlo, prenderà il nome di Ordine del Tempio ed i suoi membri avranno l’onore di essere chiamati Templari. In pochi anni i cavalieri Templari assunsero un ruolo sempre più incisivo dal punto di vista militare, sia in Terrasanta che nella penisola iberica, ancora occupata dai mori invasori. Nei primi tempi, lo sviluppo del nuovo ordine appare alquanto modesto e pare anche per questo che Ugo di Payns, nel 1127, ritorna in Europa alla ricerca di rinforzi e di sostegni sia morali che economici, i Templari in quell’epoca ebbero le primi crisi. Grazie a questo intervento prodigioso, Ugo Payns ebbe il modo che i l’ordine dei Templari riuscì ad essere legittimato e riconosciuto in tutta Europa.
Troyes,c.a. 1128
Ugo di Payns, lo stesso fondatore dell’Ordine, arriva a Troyes dopo aver incontrato a Roma il papa Onorio II. Bisogna però ammettere che la creazione della nuovo milizia non aveva precedenti nella storia cristiana e anche il papa stesso mostrava evidenti segni di incertezza e di sbigottimento. Era quindi necessario trovare una posizione chiara e precisa, ricercando anche una regola che si adattasse perfettamente alla situazione. Non è un caso se da questo momento entra nelle vicende Templari, uno dei personaggi più carismatici ed autorevoli del tempo: Bernardo di Chiaravalle.
Monaco cistercense, fondatore della abbazia di Chiaravalle (1115), scrittore e successivamente Dottore della Chiesa, sarà proprio per merito suo che nel Concilio di Troyes (1118), il nuovo ordine, oppure della milizia, viene ufficialmente riconosciuto grazie al "De laude novae militiae" (elogio della nuova milizia), vero e proprio proclama di esaltazione dell'Ordine Templare. Quindi allorché lo stesso ordine venisse riconosciuto e o protetto venne redatta la prima regola di base denominata "latina", vero e proprio punto di partenza per lo sviluppo dell'ordine. A partire dal 1128 i cavalieri Templari conobbero un sorprendente e rapido sviluppo in tutta Europa. Donazioni, lasciti e reclutamento di nuove forze rappresentarono il passo decisivo per una trasformazione graduale dell'ordine in un esercito "parallelo" a quello degli altri Re europei. Già nel 1129, per la prima volta, i Templari combattono come veri soldati, pur subendo una sconfitta e molte perdite umane.
Gerusalemme, 1129
ll momento della loro nascita non si era creata una gerarchia ben definita. Ugo di Payns diventò il maestro, invece gli altri primi cavalieri semplici monaci. Solo dopo la redazione della "regola" e degli "statuti gerarchici", prese forma un organo apparentemente preciso ed efficiente. In linea di massima ritroviamo lo schema base della società feudale, basata sulla netta distinzione tra chi combatte, chi prega e chi lavora. Anche la posizione sociale nella vita di tutti i giorni determinava il ruolo all'interno dei templari, queste immagini ne sono la testimonianza concreta.
Il comando dell'Ordine ha sede a Gerusalemme ed è proprio qui che troviamo il Maestro, vero e proprio governatore della milizia. Pur occupandosi di tutte le questioni riguardanti l'ordine, il suo potere non era "assoluto" ma molto spesso vincolato dal consenso del capitolo dei monaci. Non è questa una novità, era una consuetudine del sistema medievale che raramente lasciava spazio ad autoritarismi di qualsiasi tipo. In caso di impedimenti o assenze il Maestro veniva sostituito dal Siniscalco, ma di fatto è il Maresciallo il vero responsabile del convento, oltre che comandante per le operazioni militari. Accanto a queste figure troviamo il Commendatore del Regno di Gerusalemme, che si occupava anche delle funzioni di tesoreria, amministrazione e mantenimento delle relazioni verso le altre case Templari d'Occidente. Il Commendatore della Città di Gerusalemme, che aveva il primario compito di proteggere i pellegrini nei luoghi santi, uno dei più antichi e importanti compiti dei Templari. Il Commendatore di Tripoli ed Antiochia, che governava queste terre. I Commendatori delle varie Case Templari e il Commendatore dei Cavalieri, veri dignitari dell'Ordine, tutti disciplinati dallo statuto che ne regolava funzioni e poteri. I Templari di ceto inferiore si suddividevano in Fratelli Cavalieri e Fratelli Sergenti che ricoprivano le funzioni assegnate in base ai loro compiti di combattimento o di preghiera. Oltre a queste distinzioni l'ordine poteva contare su un elevato numero di Fratelli Servitori, vere e proprie maestranze per le mansioni quotidiane all'interno delle loro dimore, diventate sempre più centri di attività economica, spirituale e militare.
Gerusalemme, c.a.1150
Le conseguenze del Concilio di Troyes furono inattese e sorprendenti al tempo stesso. Un gran numero di persone si "arruolarono" nella nuova milizia, ma fu soprattutto grazie a donazioni e lasciti che i Templari riuscirono a creare una vera e propria struttura economico-finanziaria adatta a sostenere la costosa permanenza in Terrasanta. Con l'ulteriore aiuto di permute, acquisti e vendite i Cavalieri del Tempio dettero omogeneità ed organicità all'organizzazione dei loro possedimenti.
Accanto alla sede centrale di Gerusalemme troviamo le province d'oltremare di Antiochia e Tripoli. La principale risorsa economica e logistica per il buon funzionamento dell'ordine restò comunque l'Occidente, dalla penisola Iberica all'Ungheria. I conflitti tra cristiani e mori infedeli nel sud dell'Europa elevarono i Cavalieri Templari ad un ruolo decisivo per la "riconquista" ("reconquista"), ripagata, oltre che dall'onore, da ingenti proprietà fondiarie sia nell'attuale Portogallo sia in Spagna, precisamente in Aragona. Lo sviluppo trovò terreno fertile in Francia, specialmente in Provenza e nel Poitou, e successivamente in tutte le regioni del paese. Si crearono dimore e magioni anche in Inghilterra, Ungheria e nel resto del continente.
L'espansione Templare in Italia non fu fulminea come altrove e anche nei decenni successivi il nostro paese non diventerà mai fondamentale per le sorti dell'ordine. Come era nella logica Templare i possedimenti erano dislocati prevalentemente lungo le vie di comunicazione terrestre (per esempio la via Emilia, la via Francigena e la via di Postumia), nelle sedi di fiere e attività commerciali ed in prossimità dei porti d'imbarco per l'oriente, specialmente in Puglia.Questa, quindi, era la situazione delle Province Templari, non restava che collegarle per sfruttare al meglio le loro risorse e, come vedremo, in questo i Templari non furono inferiori a nessuno ...
Attività Militari
Castello di Baghras, Asia minore 1135 d.C.
Da pochi anni Ugo di Payns è ritornato dopo la lunga permanenza in Europa. è vero, adesso l'ordine ha più omogeneità, c'è una regola, ha ottenuto stima e rispetto, ma questo ha portato anche l'inizio di una evoluzione. Qui a Baghras, fortezza situata a nord di Antiochia, i Templari non svolgono più solo la difesa dei pellegrini, ma anche la protezione dei confini dei fragili stati latini. Quindi da missionari diventano un vero e proprio esercito privato di supporto degli eserciti franchi. Anche se poco numerosi, i cavalieri del Tempio si distinguono sempre per l'addestramento e la disciplina che ne fanno la colonna portante di un esercito crociato approssimativo e disorganizzato.
Le loro strategie abbinate ad un coraggio, che desta ammirazione e paura al tempo stesso tra le file del nemico, è cosa risaputa. Malumori però serpeggiano tra le loro file. Pur essendo stati creati per la permanenza in Terrasanta, notevoli forze umane ed economiche vengono destinate nella Penisola Iberica dove si lotta per la riconquista di quei territori ancora in mano agli infedeli. La regola definisce in modo chiaro e preciso anche il comportamento da tenere nei casi di scontri militari. Sotto il controllo del Maestro o del Maresciallo ai cavalieri non è possibile usare singole iniziative. Severe punizioni sono previste per chi non rispetta le consegne, per chi esce dai ranghi, per chi abbandona il campo senza permesso. Per la prima volta gli europei si trovano a combattere un nemico che attua una tattica fatta di trappole, di imboscate, sfruttando le strette gole e vallate del territorio, o di finte ritirate. È necessario quindi avere anche come proprie risorse anche quella della mobilità, della rapidità e in questo i Templari erano davvero maestri.
Hattin Galilea 1187 d.C.
La permanenza in Terrasanta si sta rivelando più faticosa del previsto. I Templari, pur con coraggio e abilità, non hanno ottenuto grossi risultati militari. I vari scontri armati, tra cui quelli di Damasco (1148) e Ascalona (1153),sono stati momenti di sofferenza, di enormi perdite umane, maldicenze e accuse. Malgrado questi episodi i cavalieri del tempio acquistano un sempre maggiore potere politico, diventando spesso i più fidati consiglieri del Re di Gerusalemme. Ma il peggio doveva ancora arrivare ...
La crisi politica del regno di Gerusalemme e il crearsi di fazioni contribuisce ad indebolire il potere negli stati latini d'oltremare. Siamo in Galilea, in piena estate del 1187. L'esercito cristiano con a capo il re Guido di Lusignano e supportato nelle retroguardie anche dai Templari, si accampa nelle vicinanze di Seforia, non lontano da Nazareth. La sosta giunge a proposito. Gli uomini e i cavalli hanno bisogno di riposo e di acqua per riprendere la marcia sulle tracce dell'armata araba. Il re, ascoltato il maestro dell'ordine dei Templari, tale Gerardo di Ridefort, decide di lanciarsi all'inseguimento del nemico. Dopo un giorno di dura marcia, con l'esercito ormai stremato, decide di accamparsi presso l'altopiano di Hattin, ma i pozzi di acqua purtroppo sono a secco e nella rigogliosa pianura sottostante è sistemato il grosso del nemico con a capo il temibile Saladino.
Complice l'oscurità e una maggior freschezza fisica, gli arabi risalgono l'altopiano e, usando tecniche da guerriglia, gettano scompiglio tra gli europei. Stanco, assetato e circondato dal nemico: per l'esercito cristiano è la fine. Errori militari da parte del re e di Gerardo di Ridefort contribuiscono alla disfatta completa delle forze latine. I Templari combattono valorosamente ma vengono tutti catturati e trucidati senza pietà dal nemico. Tra i pochi scampati al massacro i veri responsabili della sconfitta: il re e il maestro dell'ordine stesso. Con questa vittoria Saladino si impadronisce di tutto il regno ed entra a Gerusalemme da trionfatore.
San Giovanni d'Acri 1291 d.C.
La recente caduta della città di Tripoli è stata un duro presagio per gli abitanti di San Giovanni d'Acri. Fino ad allora il sultano non pareva intenzionato ad attaccare le città cristiane sulla costa, in fondo facevano comodo anche per motivazioni commerciali e finanziarie. San Giovanni in particolare veniva considerata come un centro fondamentale e nel suo porto troviamo mercanti genovesi, pisani e veneziani, il commercio procurava da sempre notevoli guadagni e anche il sultano ed i Templari lo sapevano bene. Non è un caso se qui a San Giovanni d'Acri troviamo notevoli fortificazioni a protezione del centro. La città è divisa per quartieri ognuno dei quali viene "controllato" da forze militari ben precise. Il quartiere del Tempio, a picco sul mare e nelle vicinanze del porto, è uno dei più importanti per il controllo delle posizioni. Anche in fatto di strategie e di astuzie i cavalieri Templari non devono imparare da nessuno. I preparativi per l'assedio alla città iniziarono diversi mesi prima e inutili furono le richieste di aiuto verso l'Europa ormai rassegnata alla perdita degli stati latini. Il 6 aprile inizia il vero assedio sotto le mura cittadine. La differenza tra le forze in campo, sia numerica che di armamenti, risulta davvero notevole a vantaggio degli arabi.
Inutili sono le incursioni negli accampamenti del nemico eseguite nel cuore della notte da valorosi Templari. Accanto alle poderose catapulte che per oltre un mese devastano i quartieri cristiani, gli arabi fanno largo uso di mine per demolire le mura della città. In poco tempo la prima cerchia inizia a cedere dando origine a varchi d'ingresso per le truppe del nemico, ormai vicinissimo alle postazioni di controllo. La lotta è durissima. Furiosi combattimenti sono segnalati in ogni zona, i quartieri cadono uno dopo l'altro nelle mani del nemico, i Templari rispondono con coraggio anche se il Maestro cade sul campo, ferito a morte. Il 28 maggio capitola l'ultimo baluardo della città: la torre dei Templari: il sultano diventa padrone di San Giovanni d'Acri. Tutti i dignitari dell'ordine periscono tra le mura della città, "versando il proprio sangue nel nome di Cristo e in difesa della fede cristiana ...". è la fine degli stati latini e la conclusione dell'epoca delle crociate.
Isolotto di Ruad - Tortosa 1303 d.C.
La sconfitta di San Giovanni d'Acri aveva chiuse definitivamente ogni speranza di permanenza europea in Terrasanta. I pochi Templari che riuscirono a scampare ai massacri dei trionfatori musulmani si rifugiarono nell'isola di Cipro e precisamente a Limassol, dove venne spostata la sede dell'ordine. Pur se in modesto numero, i cavalieri del tempio riuscirono a trafugare dalla sede di San Giovanni il tesoro dell'ordine e le preziose reliquie tralle quali probabilmente un "sacro lenzuolo". Nel 1301 papa Bonifacio VIII dona all'ordine un isolotto, quello dove ora ci troviamo, situato a due miglia al largo di Tortosa.
Ruad è un isolotto inospitale, arido, privo di acqua potabile, ma strategicamente importante.,Grazie all'arrivo di nuove forze da Cipro e dall'Europa i Templari riescono a fortificarlo e a creare una nuova guarnigione pronta a sfidare il vicino nemico infedele con rapide e fastidiose incursioni navali. Il sultano d'Egitto, preoccupato della tenacia dei Templari e da un eventuale ritorno degli eserciti europei, assale l'isola-fortezza ma solo nel 1303 riesce ad ottenerne il pieno possesso. è l'ultima battaglia: quasi tutti i Templari cadono a protezione dell'isolotto, come a voler difendere le ultime speranze della loro stessa esistenza. I pochi prigionieri catturati vengono lasciati morire di fame nelle buie carceri egiziane.
Il bilancio finale della missione in Terrasanta, anche per l'ordine dei Templari, si può quindi definire disastroso. Enorme fu il sacrificio in vite umane, ripagato solo in piccola parte dal coraggio e dalla tenacia che anche il nemico riconobbe ai membri dell'ordine. Quasi tutti i massimi dignitari perirono sul campo di battaglia, o in seguito per le ferite che riportarono, sotto il vessillo bianco-nero chiamato "bauceant" al grido di : NON NOBIS, DOMINE, NON NOBIS SED NOMINI TUO DA GLORIAM (NON A NOI, SIGNORE, NON A NOI, MA AL TUO NOME DONA LA GLORIA).
I Luoghi
Fortezza di Tomar, Portogallo 1191 D.C.
Ugo di Payns, fondatore dell'ordine, non poteva certamente pensare ad un ruolo così impegnativo per i poveri Cavalieri del Tempio. La permanenza in Terrasanta è più difficile del previsto e la missione nella penisola iberica è diventata davvero lunga ed insidiosa. Sono ormai diversi anni che i Templari ricoprono un ruolo fondamentale per la "reconquista" dei territori dai mori invasori. Dimore e chiese, ma soprattutto castelli e fortificazioni militari, sono presenti in tutta la regione. Non è un caso se oggi siamo qui a Tomar, quartiere generale della milizia in Portogallo.
Edificato nel 1160 dal maestro portoghese Gualdim Pais, di ritorno dalla Terrasanta, è forse l'esempio più importante della convivenza tra architettura militare e religiosa, quasi a voler ricordare la duplice vocazione dell'ordine stesso. Accanto ad una poderosa struttura muraria militare all'interno troviamo anche un convento, dalle forme inusuali per questi anni, che con richiami gotici orientali ci porta ricordi della Terrasanta e del suo misterioso fascino. è passato appena un anno dall'assedio di questa fortezza da parte degli arabi e ancora vediamo le ferite: solo la capacità militare Templare ne ha impedito la capitolazione totale. Abili fratelli-muratori stanno provvedendo a consolidare e rinforzare le mura, non si può mai sapere ...
Situate in diversi punti strategici, anche sulle rive di corsi d'acqua, troviamo altre notevoli fortezze da ricordare e, perché no, da visitare in futuro. Almourol, Pombal, Soure in Portogallo ma anche Ponferrada, Almansa, Belmonte, Peniscola e Miravet, tutte situate nei vicini regni. Adesso dobbiamo ripartire, il pellegrino non faceva mai lunghe soste anche se devo ammettere, e credo che sarete d'accordo con me, il luogo è davvero affascinante.
Bologna 1249 d.C.
Lo sviluppo dei Templari sul territorio italiano segue lo stesso percorso di evoluzione dell'ordine stesso. Siamo non per caso in una Bologna ancora in festa per la vittoria sulle truppe imperiali di re Enzo. La sede Templare di questa gioiosa città rispecchia l'esempio migliore di come i monaci-soldati scelgano accuratamente dove "mettere solide radici" .Normalmente i cavalieri hanno due "domus" nelle città considerate principali. Una all'interno delle mura, la sede primaria che funge da coordinamento, e una fuori , per dare ospitalità ai pellegrini, primo e vero motivo della loro esistenza. L'Italia, fin dall'inizio, rappresenta un paese importante, ma non fondamentale.
è la sede del papato, l'unico loro vero tutore, ma è principalmente per la posizione geografica che i Templari vi si insediano stabilmente. Non solo attività di sostegno per i pellegrini diretti a Gerusalemme, ma anche azioni politiche, diplomatiche e finanziarie in un paese che trova nuovo benessere dalle crociate. Tutte le vie di terra e fluviali sono sedi di domus Templari più o meno importanti. La via Francigena, ma anche la via di Postumia, la via Emilia e le altre antiche strade consolari romane, da Torino alla Sicilia, passando per Milano, Piacenza, Modena, Bologna, Ravenna, Firenze, Siena, Perugia, Viterbo e ovviamente Roma. Un discorso a parte meritano le città portuali. Accanto a Venezia, Genova e Pisa, dove i Templari hanno sedi di primaria importanza, legate dai traffici delle repubbliche marinare con l'oriente, sono i porti di Barletta, Bari, Brindisi e Messina a venire considerati veri e propri centri di smistamento per cavalieri, cavalli e ogni genere necessario per la dura permanenza in terrasanta. A differenza di altri paesi europei, dove condizioni particolari impongono quasi sempre fortezze e castelli, in Italia trovano maggiormente spazio edifici civili, magari frutto di precedenti donazioni, chiese e depositi saggiamente ristrutturati e ben amministrati. I Templari dovevano autogestirsi e produrre eccedenze per i confratelli lontani impegnati in battaglia: il reddito prima di tutto. I compiti dei monaci vengono indirizzati anche alla bonifica di terreni paludosi, alla costruzione di ponti e alla manutenzione di strade, diventate ormai sempre più crocevia per lo scambio di idee e cultura con il mondo orientale.
Castello di Athlit 1260 d.C.
La perdita di Gerusalemme, a seguito della disastrosa sconfitta di Hattin (1187), modificò anche il pensiero Templare in materia di architettura militare. Da quel momento i possedimenti Templari diventano vere e proprie roccaforti, in luoghi strategici ed inespugnabili. Il castello di ATHLIT (o Chatel-Pelerin), dove oggi ci troviamo, è il più significativo esempio della evoluzione Templare in questo senso.
Entriamo da questa maestosa porta. Situata sull'unico promontorio della costa tra Jaffa e Haifa e collegata alla terraferma solo da un lato, la fortezza appare imprendibile ed in grado di resistere a qualunque assedio esterno. Gli assedi di Acri e Tiro hanno insegnato ai fratelli-costruttori, l'importanza di rifornire i loro castelli attraverso il mare, della necessità di dotarli di una doppia e spessa cinta muraria e di un fossato da riempire d'acqua in caso di pericolo. Completano la costruzione poderose torri rettangolari e sicure fondamenta sotto il mare. All'interno, come si può vedere, troviamo palazzi, scuderie, cripte, un piccolo porto, passaggi sotterranei più o meno segreti e la chiesa di forma circolare usata per le normali funzioni religiose. Nel 1251 presso questo castello ha soggiornato la regina di Francia, moglie di Luigi IX, dando alla luce il figlio Pietro. A poca distanza da Acri è situato il castello di SAPHET, altra rinomata roccaforte in grado di ospitare oltre 2000 Cavalieri. Anche in questo caso alte e spesse mura, torri circolari e fossati garantiscono sicurezza per i monaci-cavalieri e i loro ospiti. La particolarità di questa fortezza è l'impressionante serie di mulini di vario tipo, sia interni che esterni, che garantiscono approvvigionamenti in abbondanza. Anche in questo caso possiamo notare la perfetta e puntigliosa organizzazione Templare, sia militare sia economica. Da molti anni i due castelli, Athlit e Saphet, rappresentano un sicuro punto di riferimento per gli stati crociati, ormai abbandonati al loro destino.
Attività Economiche
Commanderies di Montsaunes - Alta Garonna Francia del sud - 1195 d.C.
L'attività in una Commanderie Templare inizia sempre al mattino presto. La regola dell'ordine è severa ma .... ecco che la campana del mattutino suona, dobbiamo sbrigarci ad andare in chiesa! Finita la preghiera inizia la vera giornata lavorativa dei monaci-cavalieri. Le commanderies, come questa in cui ci troviamo, sono vere e proprie aziende agricole anzi direi centri economici culturali, dove l'attività produttiva si fonde sapientemente con la spiritualità. Convento, Chiesa ma pure stalle, mulini, forni, orti, scuderie, magazzini di ogni genere per la conservazione dei prodotti che la terra ,come sempre generosa, ci offre.
La nascita di queste nuove realtà avviene dopo il Concilio di Troyes, grazie al quale le donazioni ai Templari si moltiplicarono. Terreni, fondi abbandonati, boschi, pascoli, terreni da bonificare, tutto contribuisce a creare un solidissimo e florido patrimonio fondiario che non trova riscontri presso altri ordini religiosi .Con una saggia gestione economica fatta anche di permute, vendite, acquisti si creano vere unità produttive concentrate e gestite dal commendatore locale. Qui a Montsaunes, a poca distanza dai Pirenei e sul percorso della via per Santiago de Compostela, i Templari si insediano in un territorio strategicamente perfetto. L' attività deve provvedere non solo all'autosufficienza di coloro che ci vivono ma anche a creare eccedenze necessarie da avviare ai cavalieri impegnati in Terrasanta. Le coltivazioni agricole rispecchiano la logica tradizione locale. Cereali e legumi ma anche vite e, nella lontana Italia, l'olivo. L'allevamento del bestiame, che dona saporita carne e gustosi formaggi è la voce principale di un bilancio economico che viene fatto annualmente con precisione. Le aziende devono rendere, la guerra impegna notevoli sforzi economici. Accanto a queste entrate anche riscossioni di decime (dalla quale i Templari sono esentati), tasse varie e gli affitti di terreni lontani dati in gestione ai "conductores" che pagavano in denaro ed in prodotti della terra. La conduzione della commanderie non è semplice. Accanto ai monaci, impiegati secondo le loro attitudini e alla loro esperienza, troviamo anche coloni esterni che godevano particolari vantaggi e condizioni di lavoro migliori di quelle che il povero ma fondamentale mondo agricolo di questi secoli può dare.
Parigi Domus templi 1297 d.C.
Dopo la fine della esperienza in Terrasanta con la caduta di San Giovanni d'Acri, Parigi diventa il centro principale e la sede del Maestro dell'Ordine del Tempio. L'attività finanziaria continua anche terminata la costosa e disastrosa spedizione d'Oltremare, a dire il vero la sua gestione non è esclusiva dei Templari ma anche di altri ordini monastici che amministravano più o meno saggiamente cospicue fortune patrimoniali. Il monastero o l'abbazia sono luoghi consacrati a Dio e per questo ritenuti inviolabili e temuti da tutti, i monaci-cavalieri contribuiscono però ad un forte sviluppo ed a grosse novità in merito. Oggi ci troviamo in uno dei luoghi più sicuri dell'attuale periodo storico: la sede primaria del Banco del Tempio. Entriamo nei locali ordinati e rigorosi dei monaci, mescolandoci tra persone di ogni categoria e ceto sociale; i Templari non facevano troppe distinzioni, chiaramente da saggi mercanti valutavano rischi e servizi ad essi rapportati. In fondo alla stanza troviamo diversi sportelli gestiti da Templari-cassieri, ognuno dei quali con un registro di cassa è pronto a trascrivere ogni movimento di denaro.
Raccolta di fondi da gestire, ma anche erogazioni di prestiti con garanzie date in pegno che potevano essere anche bestiame, prodotti agricoli, schiavi, tutto poteva essere utile in caso di insolvenza da parte del debitore. Per le persone importanti i Templari hanno un prodotto finanziario su misura: il conto corrente. In qualsiasi momento il cliente può disporre dei propri averi con semplici lettere inviate al tesoriere del tempio. Il banco invia tre volte l'anno un estratto conto di riepilogo dei movimenti. Non è necessario recarsi nella sede principale ma si può usufruire di questo servizio anche presso altre sedi Templari sparse in giro per l'Europa, inoltre esistono vari finanziamenti specializzati per le categorie di artigiani e contadini che possono avere bisogno di anticipi. Adesso veniamo ai costi di questi servizi. La Chiesa ha sempre considerato l'interesse come grave peccato: "non e' possibile arricchirsi speculando sul tempo che ci viene donato da Dio!", per questo gli ebrei sono visti come usurai e peccatori. Per le operazioni in questione l'interesse viene "trasformato" con un operazione di cambio da una moneta all'altra, infatti il problema di questo periodo è la variopinta quantità di valute. Il Templare-cassiere nel rendiconto di fine giornata provvede alla conversione di tutte le differenti monete entrate in quella locale: la lira parisis. L'attività finanziaria dei Templari non si limita qui, infatti vengono svolte anche mansioni di esattoria, di deposito del tesoro reale, di gestione dei fondi e di patrimoni in genere, di riscossioni di contratti privati, di mediazioni di qualsiasi genere e natura, di finanziamenti di nuove idee ed attività. La contabilità viene tenuta in maniera puntigliosa e rigorosa perché a fine anno i conti devono tornare sempre e possibilmente anche dare elevati risultati economici ...
Venezia 1288 d.C.
La permanenza degli stati europei in Terrasanta non significa solo costosa missione militare, ma assume anche risvolti politici ed economici. Le Repubbliche Marinare italiane hanno creato solide basi per il commercio e il trasporto di pellegrini con l'Oriente; in tutte le principali città orientali sono presenti importanti residenze diplomatiche e magazzini per le merci. Nel 1204, con l'aiuto dei crociati, Venezia conquista Costantinopoli e la supremazia nel Mediterraneo Orientale a danno di Genova e Pisa: è l'inizio di conflitti. La ricchezza di questi anni, dovuta alla saggia amministrazione e alle continue donazioni, porta anche i Templari ad avere una propria flotta autonoma e ben equipaggiata.
"La buona ventura" "La rosa del tempio" "Il falco del tempio" sono alcuni dei nomi delle più conosciute imbarcazioni Templari di questi anni. I principali porti del Mediterraneo sono basi di partenza per l'Oriente e Venezia, dove noi oggi ci troviamo, rappresenta uno dei più importanti. I rapporti con questa repubblica marinara sono stati, negli anni scorsi, molto difficoltosi a causa della comunità templare di Brindisi che ha creato ostacoli nei traffici dei mercanti veneziani, sovente fatti prigionieri e derubati dei loro averi. Con l'intervento del doge e grazie alla notoria abilità diplomatica templare si è giunti ad un accordo e ad un notevole risarcimento danni a favore dei veneziani nell'interesse sicuramente anche degli stessi monaci-soldati. I cavalieri hanno bisogno dei fondamentali appoggi logistici di Venezia sulla rotta per l'Oriente. L'attività del porto, come possiamo notare, appare frenetica e senza sosta, arrivi e partenze si susseguono in una incredibile ridda di razze e dialetti lontani: il profitto genera sempre forze infinite! Le navi Templari partono con i prodotti necessari, dal legname ai cavalli, dalle armi agli indispensabili cereali per la permanenza in quei luoghi santi ma anche cariche di pellegrini chiassosi ed impazienti.
è un ritorno allo scopo originario per la quale i cavalieri sono stati creati ma anche incremento per l'attività' finanziaria e di custodia dei loro averi. I Templari garantiscono una maggior sicurezza nel servizio di trasporto, essendo scortati per tutta la durata del viaggio ma anche per la loro serietà che rassicurava i passeggeri dal pericolo di un loro possibile commercio come schiavi al porto di sbarco. Le tariffe sono economiche e questo provoca più di un contrasto con armatori senza scrupoli per i quali la rotta per Gerusalemme rappresenta solo una ulteriore fonte di guadagno: il turismo di massa incominciava i suoi primi passi e poteva risolvere notevoli questioni di bilancio e i monaci-Templari questo lo sapevano ...
Usi e Costumi
Castello di La Fève (Al-Fulah) Galilea 1187 d.C.
Accompagnati dal maresciallo del tempio, attraverso una lunga e buia scalinata, si arriva nei sotterranei del castello. I portoni si spalancano su una enorme sala: l'armeria. I Templari, anche nella organizzazione logistica non temono confronti. In questo castello troviamo scorte alimentari e depositi di armi. La fiorente attività economica Templare in Europa permette l'accumulo di notevoli ricchezze che vengono destinate alla missione in Terrasanta per il mantenimento delle varie fortezze e per la produzione di qualità e quantità di armi per combattere; un riferimento sicuro anche per gli eserciti europei. Il Templare a cavallo possiede come principale strumento la LANCIA, che viene però usata come mezzo di urto, anche per disarcionare il nemico. Un cavaliere appiedato equivale ad un duello vinto! A seconda del grado nella gerarchia dell'ordine questa lancia viene adornata con una stoffa di colori e disegni diversi. Per i combattimenti "corpo a corpo", troviamo la SPADA, che rimane comunque l'arma fondamentale di questo periodo. Per i monaci-cavalieri, la spada assume un significato particolare. Simbolo della lotta contro l'infedele, molto spesso nel pomo della sua impugnatura può trovarvi posto anche una reliquia religiosa ad ulteriore conferma della santità della guerra. Tra le altri armi troviamo: la SCURE semplice o a doppia lama, la MAZZA e il MARTELLO con lame di ferro, PUGNALI di ogni dimensione.
Nella fanteria, che comunque rappresentava un fondamentale supporto, vengono usati ARCHI e BALESTRE di primissima qualità, indispensabili a gettare scompiglio nelle file del nemico anche da notevole distanza. Nonostante le difficili condizioni climatiche, l'abbigliamento del Templare guerriero appare completo e ben disposto. Accanto ad una cotta di maglia che arriva anche fino al ginocchio, i cavalieri indossano una resistente tunica di tela, legata in vita con una cintura, rinforzata in certi punti da cuoio per ulteriore protezione dai terribili urti. A completamento della tenuta troviamo lo scudo di legno, l'elmo o cappello di ferro e le calzature di metallo normalmente dotate di speroni. Sia lo scudo che l'elmo, per l'esperienza acquisita in battaglia, subiscono varie modifiche nella forma e nella dimensione, sempre mantenendo inalterata la presenza della Croce Rossa Templare, vero e proprio simbolo della milizia dei monaci-guerrieri.
Domus Templi di Barletta, Puglia 1272 d.C.
"Pater noster, qui es in caelis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua, sicut in caelo, et in terra ..."
Ore 12, refettorio. Con la benedizione e la recita del "pater noster" inizia il pranzo principale della giornata. Per i Templari, ma anche per gli altri ordini monastici, questo è un momento molto importante; la fame è uno dei problemi più gravi in questi secoli. I monaci amano la buona tavola e la contemporanea lettura delle Sacre Scritture permette di saziare corpo e anima. Le lunghe tavole del refettorio sono ricoperte da una semplice tovaglia bianca. Per ogni commensale è a disposizione una ciotola di corno o legno di quercia, una coppa, un cucchiaio ed un coltello.
Pane, fave e vino sono gli alimenti fondamentali in questo periodo storico, ma i monasteri offrono anche diverse alternative. Da un grosso camino acceso, ove lavora il frate-cuoco, provengono odori e aromi che invadono tutta la grande sala del refettorio dove ci troviamo. In perfetto silenzio, interrotto solo dalla "parola di Dio", arrivano sulle lunghe tavole enormi contenitori di stagno con le libagioni fumanti. è difficile resistere!
Ai Templari viene permesso di mangiare carne tre volte alla settimana. Normalmente è carne di manzo, montone, vitello, capra, ma anche maiali e pollami che le fattorie del tempio allevano con grossa cura.
La permanenza in Terrasanta richiede abbondanti scorte alimentari e proprio oggi pomeriggio salpa dal porto di Barletta una nave della flotta Templare carica di rifornimenti, destinazione San Giovanni d'Acri. I Templari mangiano quello che producono o che ricevono con donazioni. Anche quest'anno i granai sono pieni e i mulini macinano a pieno ritmo, il pane non manca proprio. La generosità e la cura del terreno danno verdure e frutta in abbondanza, persino da vendere al mercato cittadino. Grande importanza viene data al locale olio di oliva, all'uso di spezie e ad un aceto aromatizzato che pare piaccia molto. Pesce, uova e formaggi concludono le possibili varianti nei loro pasti. Vino rosso di ottima qualità è presente con moderazione sulle loro tavole, ma come ci ricorda San Benedetto "il vino fa traviare anche i saggi". Inservienti dai modi silenziosi e garbati non fanno mai mancare nulla anche perché ai Templari non è possibile chiedere, ma solo per mezzo di gesti convenzionali si può ottenere il mancante. Eventuali rimanenze vengono poi donate ai poveri. Il pasto finisce qui ma prima di levarci da tavola ringraziamo Dio per quello che abbiamo ricevuto.
Commanderie de Coulommiers, Francia 1290 d.C
Una campana scuote il silenzio quasi surreale del dormitorio: è l'ora del mattutino, la prima funzione nella lunga giornata della vita conventuale. Alzarsi alle due della notte è sempre disagevole, ma la Regola, tranne casi particolari, parla chiaro: il ritardo non viene ammesso e sono previste severe punizioni. Coperti dagli abiti notturni, dal mantello e dalle scarpe ci avviamo alla Cappella, rischiarati solo dal bagliore di poche candele. Tranquilli e seduti ascoltiamo il primo ufficio divino e le preghiere alla Vergine. Usciti dalla chiesa ci si reca alle scuderie per controllare i cavalli, bene prezioso per i confratelli lontani, pochi ma cortesi suggerimenti al fido scudiero e poi il ritorno in dormitorio. Qualche ora di sonno e poi di nuovo in piedi a raggiungere la Chiesa per la messa e nuove preghiere. La vita del monaco-templare appare quindi inizialmente monotona ma ben presto il lavoro nella Commanderie raggiunge il suo apice e l'attività' dei poveri fratelli non conosce soste. Le attività agricole richiedono costante attenzione, ma anche il fabbro con la sua fucina sempre in funzione, il mulino che macina incessantemente frumento di buona qualità, il commercio che va a gonfie vele e l'attività finanziaria, già proprio quella, che produce redditi quasi insperati. "Ora et labora" dice la regola di San Benedetto e mai come nel caso dei templari tale detto appare appropriato. Il primo dei vincoli dei poveri monaci, nonostante tutto, è quello di "servire Dio con tutto l'intelletto e la partecipazione" e ancora "se amiamo Dio, ascolteremo ben volentieri le sue sante parole". Ma quanta preghiera c'è nella giornata templare? ... Intanto è arrivata sera, la campana suona compieta e dopo una modesta cena i monaci, disciplinati e silenziosi come al solito, raggiungono la Cappella per l'ultima funzione diurna. Ringraziato il Signore, per la sempre generosa giornata che ci ha dato, facciamo ritorno in dormitorio perché l'attività' di domani inizia molto presto!
Il Tramonto
Parigi, maggio 1307 d.C.
La definitiva conclusione della crociata e la fine degli stati latini d'Oriente crea enormi problemi per gli ordini militari che tanto hanno dato alla causa. I Templari hanno acquistato, nonostante tutto, prestigio politico e diplomatico riconosciuto da tutti, le ricchezze che avevano permesso la lunga permanenza in Terrasanta ora sono a loro completa disposizione in Europa. Lo stesso maestro Jacques de Molay ha lasciato la sede di Cipro per recarsi a Parigi, nel nuovo quartiere generale e decidere il da farsi, ma il ritorno definitivo dei monaci-cavalieri in Europa crea anche parecchi malumori. Quasi tutti i re europei hanno fatto spesso ricorso alle finanze Templari per le insaziabili esigenze di bilancio, la Chiesa di Roma, anche se da poco trasferita in Francia, ha timore per la sua potenza politica, il popolo li guarda sempre più con diffidenza: i Templari incominciano a fare paura a tanti. In questi anni la situazione economica della Francia è molto delicata, il re Filippo IV, dopo aver tentato inutilmente di entrare nell'ordine dei Templari, non appare in grado di risollevare le ormai vuote casse dello Stato. Il popolo francese, stanco dei continui aumenti di tasse, incomincia a dare segnali di turbolenza assai pericolosi.
Voci di un prestito fatto del tesoriere del Tempio senza autorizzazione di Molay contribuiscono a creare una situazione di tensione tra il re francese e il maestro dell'ordine. I Templari sono diventati scomodi per l'avido Filippo IV e per il suo potere politico. Alla corte del re l'occasione per colpire i monaci non tarda ad arrivare, da due anni un ex-Templare della Francia del sud, tale Esquiu de Floryan, racconta cose a suo dire terribili sul rito d'iniziazione dei monaci-soldati, parlando di oscure pratiche eretiche, idolatria e sodomia. Pochi in verità credono a queste affermazioni molto gravi ma per il re questa opportunità può aprire un'ottima strada per risolvere i suoi problemi. Sotto la sapiente regia dei suoi scaltri e fidati consiglieri la questione assume grande importanza per tutta Europa creando l'inevitabile intervento di papa Clemente V e la protesta degli ordini gerarchici del tempio a partire proprio dal maestro de Molay.
Castello di Chinon Francia, agosto 1308 d.C.
I frati dell'ordine della milizia del Tempio, lupi nascosti sotto un aspetto da agnello e sotto l'abito dell'ordine, insultando in modo sciagurato la religione della nostra fede, sono accusati di rinnegare il Cristo, di sputare sulla croce, di lasciarsi andare ad atti osceni al momento dell'ammissione all'ordine: essi si impegnano con il voto che proferiscono e senza timore di contravvenire alla legge umana, a darsi l'uno all'altro, senza rifiutarsi, se vengono richiesti ... Con queste parole il re Filippo IV ha giustificato l'arresto in massa, all'insaputa del papa, dei Templari nelle commende francesi avvenuto all'alba di un tenebroso venerdi 13 ottobre 1307. Quasi tutti i monaci sono stati imprigionati compreso il maestro Jacques de Molay che si trovava nella commenda di Parigi, tutti i beni dell'ordine confiscati compreso il tesoro e tutti i documenti. Le accuse sono pesanti ma quello che preoccupa è il sospetto che si nasconde dietro a questa manovra del re: il desiderio di sopprimere l'ordine del Tempio. Incatenati, isolati dalla vita conventuale, torturati ecco quello che accade ai poveri monaci-cavalieri rinchiusi. Qui ,nel castello di Chinon, sono rinchiusi i dignitari dell'ordine compreso de Molay, le loro condizioni fisiche precarie ne hanno impedito il trasferimento per essere interrogati direttamente da papa Clemente V, sempre più sottomesso alle strategie politiche del re di Francia. Accompagnati dai più vicini consiglieri del re, di buon mattino, sono arrivati alcuni cardinali inviati per raccogliere le loro sempre più stanche parole risultato di continue torture crudeli ed ingiuste. Sono questi mesi difficili per i Templari, il ricordo di epiche battaglie è lontano e la confusione appare come l'unica certezza, dove confessioni, precisazioni ma anche ritrattazioni e lo spettro di gravi condanne avvicinano i bianchi mantelli al fuoco del rogo ... le torture incominciano a produrre gli effetti desiderati dal re di Francia Filippo IV. Del coraggio dei temuti cavalieri ben poco è rimasto e lo scoramento nelle file della gerarchia dell'ordine, sembra confermare un triste percorso già disegnato e dalla quale pare non ci sia proprio via di scampo …
Parigi 18 marzo 1314
Le eresie e i peccati che ci vengono attribuiti non sono veri. La regola del tempio è santa, giusta e cattolica. Sono degno della morte e mi offro di sopportarla, perché prima ho confessato, per la paura delle torture, per le moine del papa e del re di Francia ...
Con queste parole di ribellione Jacques de Molay, ultimo maestro del tempio, viene condannato al rogo dal re di Francia. Sono passati sette anni da quella maledetta alba in cui le magioni Templari vennero violate e quasi tutti i fratelli arrestati. Sulla base di accuse pesanti e mai provate i monaci-soldati sono stati processati e condannati ingiustamente. Clemente V, papa francese molto vicino al re Filippo IV, non ha mantenuto il suo ruolo di garante alla ricerca della verità, ma ha contribuito egli stesso, con la sua politica indecisione, alla condanna definitiva dell'ordine. A seguito del concilio di Vienne del 1312, il papa ha approvato, su richieste del re di Francia, la soppressione dei Templari firmando la bolla "vox in excelso" e la seguente "ad providam" dispone che tutti i beni Templari diventino proprietà degli Ospedalieri, altro ordine religioso-militare. La condanna dei dignitari dell'ordine alla prigione perpetua pareva l'atto finale di un processo politico che liberava tutta l'Europa da un ordine diventato troppo potente ed influente. La ritrattazione finale di Jacques de Molay e il suo sacrificio di fronte alla cattedrale di Notre Dame sono la conclusione di una vicenda che lascia un alone di mistero, di un segreto che forse non verrà mai svelato ... Il crepitio della catasta di legna ormai bruciata non spegne il ricordo della fine tragica ed ingiusta di de Molay,e testimoni affermano che "... la morte lo ha preso così dolcemente che tutto il popolo ne è rimasto meravigliato ...". Il tramonto dei cavalieri dal bianco mantello è arrivato, ma l'eco delle loro spade, del loro coraggio e anche della infinita tragedia finale rimarrà vivo per secoli e secoli.
Modena Settembre 2001
Il ricordo del rogo di de Molay è ancora vivissimo, ma il nostro viaggio con i monaci-cavalieri è davvero finito. Ci siamo tolti i panni del pellegrino medievale, anche se in verità questo mi dispiace, per indossare quelli certamente più comodi e puliti del III° millennio. Dopo il ritorno un attimo di riposo, seduti sui gradini esterni del magnifico duomo di Modena, la mia città, in una giornata tiepida di settembre.
Per un momento abbandono il ruolo di studioso storico e provo a calarmi nei dubbi e nelle leggende del mito Templare. La storia dell'ordine del tempio fin dall'inizio appare enigmatica e contraddittoria. Monaci ma anche soldati; poveri diventati molto ricchi; combattevano gli infedeli ma poi gli concedevano prestiti; paladini della fede e alla fine soppressi come eretici. La storia ci ha detto che furono creati per la difesa del pellegrino, ma qualche studioso ipotizza che il vero obiettivo fosse la ricerca di materiale fondamentale per la religione cristiana. Il santo Graal? La sindone? L'arca dell'alleanza o magari manoscritti che minacciano le basi fondamentali della religione cristiana? L'esplosione economica è dovuta solo a saggia amministrazione oppure anche a conoscenze esoteriche orientali e geografiche? Esisteva un ramo occulto del Tempio? Quale ruolo hanno avuto i Templari nella costruzione delle cattedrali gotiche? Il famoso tesoro, che non fu mai trovato, dove è sparito? In Scozia? In Italia? A Rennes le Chateaux? Il santo Graal esiste davvero oppure è quello stato di benessere interiore che ognuno di noi possiederebbe, ma che ancora non conosce e che i Templari potevano conoscere?
Come vedete i misteri nella storia Templare sono tanti e decisamente tutti curiosi e forse è proprio per questo che affascinano ancora molte persone, ma, credetemi, non sapremo mai davvero chi erano e la verità della loro storia forse non ci arriverà mai ...
... I Templari ci hanno lasciato anche un messaggio decisamente interessante: la società feudale viveva in un mondo isolato, ristretto, chiuso dalle loro certezze, i Templari vivevano a contatto con tutti i popoli del Medio Oriente, tante culture e religioni di ogni tipo. Questa convivenza ha portato ad una apertura della mentalità Templare e alla modifica nel tempo del loro modo di agire e pensare. La cultura Templare, possiamo dire, è l'insieme di due: quella occidentale e quella orientale che possono tranquillamente convivere nel rispetto reciproco.
è questa una indicazione curiosamente attuale anche per il mondo d'oggi, non credete?
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