|
San Giuseppe da Copertino
a cura di Alberto Rossignoli
Al secolo Giuseppe Maria Desa, nacque nel 1603 a Copertino, nella provincia di Otranto, nel Regno di Napoli e trascorse la fanciullezza subendo le severe punizioni della madre, donna dura e senza pietà; reputato inferiore sul piano intellettuale, il giovine crebbe depresso e contrassegnato da una struttura fragile. Faticò molto a imparare a leggere e scrivere ma si dimostrò notevolmente portato per le arti e la musica: entrava quasi in estasi quando i compagni cantavano al suono dell'organo.
Fattosi frate nel santuario di Grottella, nei pressi di Copertino, egli si sottopose sin da subito a severe auto-punizioni, flagellandosi di continuo.
Un giorno (14 ottobre 1630), mentre pregava, emise cinque grida alquanto forti che fecero accorrere i suoi confratelli: questi trovarono frate Giuseppe sul tetto della cappella di Santa Barbara, incapace di spiegare come ci fosse arrivato.
Da quel giorno, al termine di ogni Messa, si librava in volo e, al contempo, entrava in estasi e vedeva la Vergine Maria che maternamente e dolcemente lo confortava. Chiaramente attirò molti curiosi e un buon numero di detrattori.
I segni premonitori che anticipavano i voli del mistico si ripetevano eguali ogni volta: diffuso malessere fisico, perdita delle forze, sonnolenza, tremito, un grande urlo e, infine, la trance.
Ovviamente, detta fenomenologia non lasciò indifferente l'Inquisizione di Napoli che, nell'estate 1638, convocò il religioso per accertamenti: nello specifico, fu invitato a volare davanti ai testimoni del tribunale, cosa che fece. La sua pratica fu poi rinviata al tribunale dell'Inquisizione romano che, constatati i fatti, assolse il mistico, imponendogli però di vivere lontano dai suoi luoghi di origine.
Da allora, per 14 anni, San Giuseppe da Copertino visse ad Assisi in una spoglia camera costituita da un tavolo, due panche, una cassa, un letto formato da tre tavole coperte di paglia.
Fu ad ogni modo confortato da numerose visioni mistiche.
Non è tuttavia stato possibile determinare in che misura i voli del santo potessero essere effettivamente collegati alle visioni: le levitazioni, infatti, avvenivano non solo quando il santo era in contatto con la Vergine Maria o con i Santi.
Accadde tuttavia che i prodigi del mistico portarono ad Assisi l'atmosfera di fervente devozione popolare da un lato, e di discredito dall'altro, che già si era creata a Copertino.
Le autorità religione ordinarono al religioso di non celebrare più alcuna Messa. Visto che l'eco dei voli cresceva progressivamente, l'Inquisizione decise, il 22 luglio 1653, di trasferire altrove il santo:quando giunsero il Vicario del Santo Uffizio con le guardie, il santo entrò nella carrozza con un balzo, tale per cui sembrava che avesse volato. Venne trasferito nel convento di San Lorenzo dei Cappuccini di Pietrarubbia: i fenomeni continuavano.
Nel mese di agosto 1663, il mistico si ammalò e fu necessario sottoporlo a "cauterio", effettuato mentre era in levitazione. Venne a mancare il 18 settembre 1663.
Dopo la sua morte, durante le procedure di imbalsamazione della salma, il medico, causa una errata manovra, fu investito, con il cadavere, dalle fiamme di un braciere; ebbene, dopo una concitata fase di spegnimento, il medico riportò ustioni gravissime, mentre il corpo del santo era intatto.
Che dire?
Cosa provocava, nella fattispecie, fenomeni di levitazione del santo?
Fonti:
Massimo Centini, "Misteri d'Italia", Newton Compton Editori, Roma, settembre 2006;
|
|