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Romanov: giallo quasi risolto
a cura di Alberto Rossignoli
Dopo circa novant'anni, a porre fine al giallo e alle speculazioni sulla fine della famiglia imperiale russa è stata la scienza: un test sul DNA, eseguito da esperti russi, ha accertato che parte dei frammenti ossei , ritrovati l'estate scorsa, appartengono effettivamente all'erede al trono Aleksej, tredicenne all'epoca dei fatti, e alla sorella Maria, diciannovenne.
Grazie alla testimonianza di uno dei rivoluzionari bolscevichi, tale Jakov Jurovski, è stato possibile ritrovare i resti che, in base all'analisi del DNA, sono stati ora attribuiti con certezza allo zarevic e alla sorella.
Per quasi tutto il Novecento erano fiorite leggende e versioni alternative secondo le quali alcuni componenti della famiglia reale russa fossero riusciti a scampare al massacro, riuscendo a far perdere le loro tracce.
Restano tuttavia ancora dei dubbi circa la sorte della granduchessa Anastasia.
Nel 1920, presso un ospedale psichiatrico di Berlino, venne ricoverata una giovine che, qualche tempo dopo, rivelò di essere la summenzionata Anastasia Romanov. Effettivamente, era stata registrata col nome di Anna Anderson, ma la somiglianza con la granduchessa era sconcertante: identica espressione, altezza, corporatura, identico il neo che presentava sulla spalla destra e identico il difetto che presentava a un dito di una mano; nondimeno, seppe rivelare con precisione e realismo dettagli della vita di corte.
Anna Anderson è deceduta nel 1984, sostenendo fino all'ultimo di essere la granduchessa Anastasia Romanov.
Dieci anni dopo, un test del DNA parve smentirla, al punto da attribuirle un'altra identità, quella della polacca Franzizka Schwanzkowska; vennero tuttavia sollevate delle perplessità circa la validità del suddetto esame, ritenuto valido solo al 60%.
Attualmente si attende che la Chiesa ortodossa riconosca le spoglie mortali di Aleksej e Maria.
La famiglia Romanov era stata canonizzata nel 2000: i resti, ritrovati negli Urali, vennero tumulati nella cattedrale dei santi Pietro e Paolo a San Pietroburgo, alla presenza di Boris Eltsin.
Il caso "Anastasia" , tuttavia, non è ancora risolto.
Fonti:
Gente, n. 6, 7 febbraio 2008; Renzo Magosso, Romanov: il giallo è quasi risolto.
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