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La crisi del III secolo Diocleziano e Costantino Tramonto dell'Impero Romano d'Occidente

Diocleziano e Costantino (284-337d.C.)

Caio Valerio Diocleziano (285-305 d.C.), appartenente alla serie di imperatori illirici, cioè di origine balcaniche, che si protrarranno al potere dopo l'ultimo periodo dell'anarchia militare. Uomo duro e ambizioso, una volta salito al potere elegge come secondo Augusto un suo fidato compagno d'armi, Massimiano, cui è affidato il governo della parte occidentale dell'impero nel 287.

Nel 293 questa diarchia si trasforma in tetrarchia, infatti i due augusti nominano due cesari Costanzo Cloro e Galero), che li dovranno sostituire al momento della morte. Ad entrambi è comunque affidato parte del territorio orientale e parte del territorio occidentale dell'impero romano.

Nel 305 Diocleziano, come aveva promesso, si ritira a vita privata, consigliando anche a Massimiano di fare altrettanto. Automaticamente i due cesari Costanzo Cloro e Galerio, divennero rispettivamente augusti in occidente e in oriente eleggendo a loro volta, secondo la metodologia della tetrarchia, due cesari.

Nel 306 però questo meccanismo si inceppò a seguito della prematura morte di Costanzo Cloro. Infatti le legioni stanziate in Britannia acclamarono come successore suo figlio Costantino, secondo il vecchio principio dell'eredità dinastica. Contemporaneamente a Roma veniva eletto come Augusto, Massenzio, figlio di Massimiano. Costantino si decise così a scendere in Italia e alle porte di Roma nei pressi di ponte Milvio sconfisse Massenzio. Da qui si diresse verso Milano e sconfisse anche Valerio Licinio che si era nel frattempo impadronito del potere in oriente, acquisendo così nelle sue mani le intere sorti dell'impero.

Costantino fu il primo imperatore ad accettare definitivamente il cristianesimo, ed a promulgare la libertà di culto di questa religione. Costantino inoltre sposta la capitale dell'impero, costruendo la nuova Roma a Bisanzio, poi chiamata Costantinopoli.

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