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"I Misteri dei Mortali Strumenti di Vita"
a cura di Aroldo Antonio
Nel VII secolo, nel mondo cristiano, grazie anche ai numerosi ritrovamenti effettuati dai cavalieri crociati in Terra Santa, si assiste progressivamente alla nascita di un fenomeno socio-religioso, la "Venerazione delle Reliquie" , che interessa, senza distinzione di ceto, tutti gli strati della società dell'epoca. La maggior parte delle "reliquie" recuperate, consistenti in vari oggetti ritenuti sacri dalla tradizione cristiana ed in pezzi anatomici sottratti alle spoglie mortali dei santi, era, tuttavia, costituita da semplici manufatti spacciati, talvolta anche involontariamente, per cimeli sacri ed esposti a pagamento alla venerazione dei fedeli per finanziare la costruzione delle cattedrali. Le reliquie più ricercate erano indubbiamente quelle relative alla "Passione" ed alla "Crocifissione" di Gesù Cristo, intorno alle quali fiorirono numerose leggende, tra cui quella, molto diffusa, secondo la quale S. Elena, (257 - forse Costantinopoli 330 o 336 d.c.), madre dell'imperatore Costantino il Grande (Naisso, Dacia, 280 - presso Nicomedia 337), recatasi a Gerusalemme nel 323 d.C., rinvenne, nascoste in un anfratto roccioso nei pressi della città, la croce di Gesù e quelle di Disma e Gesta, i due ladroni che furono crocifissi assieme a cristo sul Golgota. La madre dell'imperatore portò a Roma il "Patibulum" della croce sulla quale fu crocifisso Disma, il brigante che, poco prima di spirare, riconobbe i propri peccati e chiese a Gesù di accogliere la sua anima nel Regno dei Cieli. La reliquia è stata successivamente collocata in Santa Croce di Gerusalemme, ove è attualmente custodita ed è possibile ammirarla. Nel corso dei secoli, tuttavia, il numero delle reliquie della crocifissione è aumentato progressivamente. Insostansa, quindi, è come se Gesù se avesse avuto, non una sola croce e tre o al massimo quatttro chiodi, con cui gli trafissero i polsi ed i piedi, ma parecchi di più. Già nel 1100, infatti, in Europa, esposte nelle varie chiese e cattedrali, era possibile ammirare una decina di croci e non meno di "Ventisette chiodi!!".
Il primo a sostenere l'esistenza di un'altra reliquia legata alla Passione, bensì della "Sacra Lancia" , fu S. Gregorio di Tours, ( Clermont 538 c. - Tours 594), nel VI secolo. Secondo i "Vangeli Canonici" , subito dopo la morte di Gesù, il suo costato fu trapassato da un violento colpo di lancia inferto da un soldato romano. I "Vangeli Apocrifi" ed una tradizione popolare millenaria riferiscono che, ad oltraggiare il corpo senza vita del Figlio del Dio cristiano, secondo la leggenda, fu un centurione romano, Gaio Cassio Longino, soprannominato "Longino l'Isaurico" poichè ritenuto originario della provincia di Isauria, situata nell'attuale Turchia. Il "Vangelo di Giovanni" (Gv 19, 20) riporta che dalla profonda ed ampia ferita inflitta a Gesù fuoriuscirono sangue ed acqua e secondo la tradizione, la lancia del centurione romano, nel momento in cui l'estremità acuminata entrò in contatto con il sangue del Salvatore, acquistò istantaneamente straordinari poteri miracolosi.
Si narra, infatti, che dopo il colpo di lancia inferto a Gesù e dopo aver assistito al miracolo dell'acqua e del sangue sgorgati dalla ferita, Longino fu colto da una crisi religiosa che lo portò a convertirsi. La conversione sarebbe avvenuta, secondo altra tradiz ione, nel momento in cui squarciando il costato di Gesù, alcune gocce di sangue presero a scendere lungo l'asta della lancia e da lì caddero sugli occhi malati del centurione guarendoli.
Longino inseguito, secondo una tradizione del suo presunto paese d'origine, sarebbe tornato in Turchia, (più precisamente in Armenia), dove, ancora oggi, c'è il complesso di Geghard, situato in un profondo canyon di stante 34 Km da Yerevan. Secondo quanto affermato dagli abitanti di questo luogo, infatti, la vera sacra lancia sarebbe custodita, in realtà, proprio qui.
Secondo un'altra leggenda, Longino invece, una volta convertito avrebbe intrapreso un'opera di diffusione evangelica inizia ndo dalla città di Mantova. Ed, infatti, in un opera di Ippolito Donesmondi ( "La Istoria Eclesiastica di Mantova" , 1612) si dice che Longino sarebbe arrivato a Mantova nel 36 d.C. portando con sé un'ampolla del prezioso sangue di Gesù ed un pezzo della spugna che fu usata per dargli da bere aceto.
Verso il 37 d.C. Longino sarebbe stato decapitato.
La Lancia di Longino è strettamente legata ai miti arturiani ed alle leggende sul Santo Graal, infatti, è uno degli oggetti sacri che si susseguono nella "Processione del Graal" , descritta da "Chretien de Troys" in uno dei primi poemi arturiani dal titolo: "Perceval le Gallois ou le Conte du Galle" , scritto intorno al 1190. Esiste anche un poema epico medievale irlandese, il "Da Shea Arturaiokta" , in cui Melora, l'indomita figlia guerriera di Re Artù, grazie alla Lancia Sacra donatale dal Re di Babilonia in segno di gratitudine per aver sconfitto il suo acerrimo nemico, il Re d'Africa, scioglie un potente incantesimo di cui era vittima l'innamorato Orlando.
Secondo la tradizione degli antichi Celti, creature provenienti dalle profondità dello spazio siderale e successivamente divinizzate dal popolo, gli onniscienti "Tuatha de' Danaan" , avrebbero regnato, in un remotissimo passato, sull'Irlanda e prima di ritirarsi per l'eternità nel "Tir na n'og" , il paese dell' "Età dell'oro" , avrebbero omaggiato i propri sudditi con quattro potenti oggetti magici in grado di trasmettere la conoscenza a chiunque ne fosse entrato in possesso. Questi cosiddetti magici oggetti erano la "Pietra di Fal" , la "Spada di Nuada" , il "Calderone di Dagda" e la "Lancia di Lugh" . Quest'ultima, portentosa arma dai terribili poteri distruttivi e dalla cui estremità scaturiscono scintille e stilla sangue, è talmente potente che, quando il dio Lugh non la brandisce, deve essere immersa nel Calderone di Dagda ricolmo di sangue e veleno, in modo tale che non bruci e distrugga tutto ciò che la circonda.
E' interessante notare come i quattro oggetti succitati, con delle lievi modifiche dovute alle influenze culturali del cristianesimo, ricorrano, custoditi nel cosiddetto "Castello del Graal" , anche nelle leggende sul Santo Calice e nei miti di Re Artù e dei cosiddetti "Cavalieri della Tavola Rotonda" , come riportato da varie opere della tradizione cavalleresca codificate nella "Materia di Bretagna" . La Lancia di Lugh, infatti, nel corso dei secoli, ha assunto progressivamente connotati cristiani, è stata cioè "Cristianizzata", subendo una metamorfosi storico-narrativa e diventando la Lancia di Longino, l'arma magica con cui il "Re-Sacerdote" Anfortas, custode del Graal, viene ferito gravemente diventando sterile e divenendo celebre con il nome di "Re Ferito" . Il "Colpo Doloroso" inferto con la Lancia di Longino al "Re Ferito" , conosciuto anche come il "Re Pescatore" , rende sterile anche la terra e fa sprofondare l'Inghilterra in un abisso di profonda desolazione, periodo noto come "Waste Land" , la Terra Desolata.
La Spada di Nuada, nei miti arturiani, invece, è descritta come un'arma dotata di poteri magici, pervasa da una misteriosa e potente forza sovrannaturale quasi senziente. Col trascorrere del tempo, poi, quest'arma ha assunto differenti denominazioni che cambiavano in base al possessore di turno e ai diversi periodi storici in cui questa particolare spada è comparsa. Questo potentissimo e straordinario tipo di "Gladio" sarebbe, infatti, appartenuto al biblico re Davide, altrimenti detta, "Spada dagli Strani Pendagli", sarebbe stata, secondo un'altra tradizione, impiegata dal re Varlan per uccidere il re Lambor. Un'altra leggenda, invece, narra che fosse stata la cosiddetta "Spada Drnwyn" , appartenuta al re Rhydderch, chiamato il "Generoso", sarebbe diventata, inseguito, la celebre "Spada nella Roccia" , che il giovane Artù, sotto la tutela di Myrddyn, meglio conosciuto come "Mago Merlino" , riuscì ad estrarre senza il minimo sforzo a Londra e che successivamente si spezzò in battaglia chiamata Excalibur, (o Caliburnus o Caledfwlch o Caladbolg, letteralmente "Fulmine Solido"), forgiata da Wieland, il fabbro degli dei e donata a Re Artù da Viviana, la "Signora del Lago" . Un'analisi compiuta dal celibre Storico-scrittore, Valerio, Massimo Manfredi, invece, afferma, (in uno dei suoi molti "Romanzi Storici" ), che questa formidabile spada sarebbe appartenuta, addirittura, a Caio Giulio Cesare.
Nel suo libro Manfredi, scrive, inoltre, che questa favolosa arma sarebbe stata forgiata usando il metallo estratto da un meteorite caduto dal cielo. La spada sarebbe stata anche nelle mani di Carlo Magno. La tradizione, a tal proposito, afferma che nell'elsa era stato introdotto uno dei chiodi utilizzati per crocifiggere Gesù e per questo era dotata di poteri miracolosi.
Un'altra trasfigurazione, storico-mitologica-culturale, della medesima arma è la cosidetta "Durlindana", la spada che rende invincibile il paladino Orlando nella "Chanson de Roland" . Il Calderone di Dagda è diventato invece la coppa in cui Gesù bevve il vino durante l'Ultima Cena ed in cui, secondo la tradizione, Giuseppe d'Arimatea, ricco commerciante, illustre membro del Sinedrio e discepolo segreto di Gesù, ne raccolse il sangue durante la crocifissione in altre parole il cosiddetto "Santo Graal". La Pietra di Fal, infine, si è trasformata nel Santo Piatto su cui venne posta la testa di San Giovanni il Battista. Questi quattro oggetti influenzarono profondamente la cultura dei secoli successivi, a tal punto, secondo alcuni studiosi, da ispirare il disegno dei semi delle carte da gioco italiane; dalla Pietra di Fal/Santo Piatto, difatti, sarebbero derivati i "Denari" , dalla Spada di Nuada le "Spade" , dal Calderone di Dagda/Santo Graal le "Coppe" e dalla Lancia di Lugh/Lancia di Longino i "Bastoni" .
Esemplari "Originali" di Lance Sacre furono esposti nelle chiese di mezza Europa: a Parigi, dove ne fu portato uno al tempo delle crociate, a Norimberga, a Bordeaux, a Mosca, a Vienna, a Cracovia, dove ne fu collocato uno all'interno di una chiesa ed in Vaticano, dove i fedeli poterono venerare ben due lance sacre. La tradizione narra che uno degli esemplari custoditi dalla Santa Sede fu realizzato da Fineas, nipote di Aronne e gelosamente custodito da Giovanni Crisostomo (Antiochia 344 c. - Cumana, Cappadocia 407), uno dei "Padri della Chiesa" . In seguito la lancia fu trasferita da Gerusalemme ad Antiochia, dove fu ritrovata nel 1098 e grazie ad essa, secondo la leggenda, gli abitanti tolsero la città dall'assedio dei Saraceni. Nel XIII secolo re Baldovino II (Costantinopoli 1217 - forse Trani 1274), imperatore di Costantinopoli, consegnò l'arma a Luigi IX (San Luigi; forse Poissy 1215 - presso Tunisi 1270), il quale la collocò nella Sainte-Chapelle a Parigi, dopodiché, nel 1492, fu acquistata da Papa Innocenzo VIII (Genova 1432 - Roma 1492).
La lancia conosciuta come Heilige Lance (Lancia Sacra) ed esposta nella "Weltliche Schatzkammer" (la Stanza del Tesoro) del palazzo dell'Hofburg a Vienna, sarebbe giunta nelle mani di San Maurizio (III secolo), comandante di un distaccamento dell'esercito romano noto come la Legione Tebana. Nel 285 d.C, i 6666 soldati di Maurizio si rifiutarono di prendere parte ad una cerimonia pagana e senza opporre la minima resistenza, si lasciarono trucidare dal generale Massimiano (240-50 - 310), il quale, poco dopo, venne proclamato co-imperatore da Diocleziano (forse Salona o Spalato 243 c. - ivi 313). La Lancia di Longino passò a Costanzo Cloro (m. 306) e quindi a Costantino il Grande, suo figlio, il quale, abbandonato il paganesimo per abbracciare la fede cristiana, la brandì in occasione della celebre battaglia di Ponte Milvio, durante la quale, nel 312 d.C., sbaragliò le truppe di Massenzio (278 c. - 312) riportando una schiacciante vittoria. Con il trascorrere dei secoli la Lancia Sacra passò di mano in mano, da imperatore ad imperatore e fu grazie ad essa che, secondo la leggenda, nel 385 d.C Teodosio (Cauca, Spagna 347 c. - Milano 395) sconfisse i Goti, nel 425 d.C. il generale Flavio Ezio (390 c. - 453) respinse Attila e Carlo Martello (689 c. - 741), nel 733 d.C., sconfisse gli arabi a Poitiers. La Heilige Lance, in seguito, passò da Carlo Magno (742 - Aquisgrana 814) agli imperatori Sassoni, tra cui "Ottone I il Grande" (912 - Memleben 973), agli Hohenstaufen, nella persona di Federico Barbarossa (1115 c. - 1190) ed infine agli Asburgo, che la collocarono nella Stanza del Tesoro del palazzo dell'Hofburg a Vienna. Una volta posta all'Hofburg, venne aperta una fenditura nella lama della lancia, all'interno della quale venne introdotto un chiodo ritenuto essere uno di quelli impiegati per crocifiggere Gesù. Nel 1909 Adolf Hitler (Braunau, Alta Austria, 1889 - Berlino 1945), allora ventenne, si recò in visita al palazzo dell'Hofburg per ammirare il tesoro degli Asburgo, esposto nella Stanza del Tesoro. L'attenzione del futuro dittatore, in quella particolare occasione, fu attirata dalla Lancia di Longino e ne rimase talmente affascinato, quasi stregato, che sostò a lungo di fronte alla teca di cristallo che la custodiva. Ciò che affascinò Hitler fu, in particolare, il chiodo assicurato all'asta, che la tradizione ritiene appartenere al gruppo di tre o quattro chiodi impiegati dai romani per crocifiggere Gesù. Walter Johannes Stein, in gioventù amico personale di Hitler, riferì che la passione del gerarca nazista per l'occultismo ed i manufatti sacri ed esoterici nacque a seguito della bizzarra esperienza vissuta nella Stanza del Tesoro del palazzo dell'Hofburg, esperienza che lo indusse a documentarsi sulla storia della reliquia viennese. Sempre più travolto da una delirante e morbosa passione per le scienze occulte e l'esoterismo, arrivò persino a convincersi di essere la reincarnazione di Landolfo II di Capua (m. 961 c.), sanguinario e crudele principe longobardo e che i poteri miracolosi della lancia lo avrebbero aiutato ad uscire vincitore dalla Seconda Guerra Mondiale ed a conquistare il mondo. Una notte di Marzo del 1938, a seguito dell' "Anschluss" , ossia dell'annessione forzata dell'Austria alla Germania, Hitler diede ordine di trasferire la Lancia Sacra a Norimberga, dove fu provvisoriamente collocata nella "chiesa di S. Caterina" che diventò ben presto un luogo di culto, un vero e proprio santuario "mistico-esoterico nazista", sorvegliato e protetto a vista giorno e notte.
Si racconta, infatti, che in quella sera del Marzo 1938, nella Weltliche Schatzkammer, (la Stanza del Tesoro), del palazzo dell'Hofburg, a Vienna, non c'erano guardie a sorvegliare i cimeli del "Sacro Romano Impero" appartenuti agli Asburgo. Adolf Hitler era libero di muoversi nella grande sala che aveva turbato i suoi sonni per più di un quarto di secolo. La Heilige Lance (La lancia del destino) era, ormai, nelle sue mani. Quasi esitando, le mani del dittatore alzarono il coperchio di cristallo che chiudeva la bacheca, spostarono la rossa protezione di velluto, accarezzarono la punta dell'arma, ancora straordinariamente acuminata, poi, dopo un attimo di esitazione, la afferrarono e la levarono verso il cielo.
Così, più o meno, andarono le cose quella notte del 1938. Con un atto chiamato Anschluss, Hitler aveva forzatamente annesso l'Austria alla Germania nazista; ora sarebbe stato facile portare in Germania la Heilige Lance, che, d'altra parte, vi era stata custodita fino a quel momento. Ma perchè, di tutti i tesori dell'Hofburg, Hitler teneva particolarmente a quell'antica arma? La Heilige Lance fu trasferita a Norimberga e collocata nella chiesa di Santa Caterina, dove il grande musicista Richard Wagner, (a sua volta adepto di società iniziatiche), aveva ambientato uno dei brani più suggestivi dei "Maestri Cantori" .
Ma la lancia non portò fortuna al fanatico dittatore. Dopo la sconfitta di Stalingrado, Hitler ordinò che essa fosse trasferita in un nascondiglio segreto a prova di bomba; fu scelta una galleria sotto l'antica fortezza di Norimberga, attrezzata come una camera blindata. Il 13 ottobre 1944 l'aviazione alleata sferrò un attacco definitivo sulla Germania; la "Oberan Schmied Gasse", ("Vicolo superiore dei Fabbri") , in cui fu celata l'entrata al tunnel con la camera blindata, venne completamente distrutta. Qualcuno notò delle strane aperture che conducevano al sottosuolo, e presto si diffuse la voce che nel terreno sottostante si trovava un misterioso bunker corazzato. Il 20 aprile 1945 gli alleati occuparono Norimberga; il suo borgomastro, Willy Lebel, che conosceva il nascondiglio della lancia, si suicidò, e qualcuno perquisì il suo appartamento per assicurarsi che non vi fossero elementi in grado di condurre gli americani al bunker nascosto. Ma gli uomini dell' "American Intelligence" non rinunciarono, però, alla ricerca. Qualche mese prima, infatti, il primo ministro inglese di allora aveva parlato dell' "Importante necessità strategica" di recuperare l'arma. Alle 14:10 del 30 Aprile 1945, lo stesso giorno in cui Hitler si suicidava a Berlino, la Heilige Lance fu recuperata dagli americani. Il Generale Patton ammise successivamente, con i giornalisti, che, per qualche istante, fu tentato di tenersela per se stesso. Patton, infatti, era un conoscitore di cose occulte, ed era al corrente dei suoi presunti poteri dell'arma. Poi prevalse il buon senso: la Heilige Lance fu, quindi, restituita all'Austria, ed è ancora possibile ammirarla, dalle 9 alle 18 di ogni giorno esclusa la domenica, al suo posto nella Weltliche Schatzkammer dell'Hofburg di Vienna.
Fu in questa chiesa, peraltro, che il celebre compositore Richard Wagner (Lipsia, 1813 - Venezia 1883), affiliato ad alcune Società Segrete Esoteriche tedesche come Adolf Hitler, ambientò uno dei brani più suggestivi dei Maestri Cantori. Dopo la disfatta di Stalingrado, Hitler ritenne che la Lancia di Longino dovesse essere trasferita in un luogo più sicuro ed ordinò che fosse portata in un nascondiglio segreto a prova di bomba, in una galleria situata sotto l'antica fortezza di Norimberga che fu adeguatamente attrezzata come una camera blindata. Il 13 Ottobre 1944 i bombardieri alleati rasero al suolo Norimberga e la strada in cui si trovava l'accesso il tunnel con la camera blindata, fu completamente distrutta. Il 20 Aprile 1945 gli alleati occuparono la città ed alcuni individui che erano a conoscenza dell'esatta ubicazione del nascondiglio segreto della Lancia Sacra si suicidarono prima d'essere, fatti prigionieri dagli anglo-americani; tra questi vi era anche il borgomastro di Norimberga, Willy Lebel, il cui appartamento fu meticolosamente perquisito da ignoti per assicurarsi che non vi fossero indizi che avrebbero potuto condurre gli alleati al bunker segreto. Gli uomini dell'O.S.S. , ciò nonostante, (come si già detto), su ordine dello statista inglese, Sir Winston Leonard Spencer Churchill (Blenheim Palace, Oxford, 1874 - Londra 1965), penetrarono nella camera blindata e recuperarono la Lancia Sacra.
Nel saggio intitolato "Adolf Hitler and the secrets of the Holy Lance" , pubblicato a tiratura limitatissima da una misconosciuta casa editrice della cittadina di Stelle, in Illinois (U.S.A.), gli autori, il Colonnello Howard A. Buechner ed il Capitano Wilhelm Bernhardt, sostengono che Heinrich Himmler (Monaco di Baviera 1900 - Luneburgo 1945), il numero tre del Terzo Reich nonché fondatore del corpo speciale d'assalto delle SS, ordinò ad un abilissimo artigiano giapponese di realizzare una copia della Lancia di Longino che fosse identica all'originale. Nel 1943, secondo gli autori del testo, la falsa reliquia fu portata a Norimberga mentre l'originale fu trasferito, a bordo di un sottomarino, l'U-Boot 530, in un nascondiglio segretissimo da qualche parte tra le montagne innevate del ghiacciaio Muhlig Hiffman, in Antartide. Il manufatto sacro, successivamente, fu recuperato da alcuni membri di una fantomatica, misteriosa e a quanto pare anche molto ben organizzata Società Segreta Esoterica conosciuta come l' "Ordine dei Cavalieri della Lancia Sacra" e sarebbe attualmente custodito da un gruppo di fidati iniziati in una località segreta. Secondo una diversa versione della vicenda la Heilige Lance non fu mai recuperata dal nascondiglio segreto in Antartide ma si trova ancora in loco, sorvegliata da alcuni membri dell'Ordine dei Cavalieri della Lancia Sacra al fine di mantenere la giustizia, la pace e l'ordine nel mondo.
Con l'annessione dell'Austria Hitler, quindi, arrivò alla fine della sua ricerca, impossessandosi della lancia che aveva trafitto il costato di Cristo. La fece nascondere in una galleria blindata, sotto l'antica fortezza di Norimberga.
Durante il bombardamento della città (1944) la Oberen Schmied Gasse (la strada in cui si trovava l'accesso al nascondiglio) fu rasa al suolo, ma gli alleati arrivarono ugualmente al bunker segreto.
Alle 14,10 del 30 Aprile 1945, gli americani misero le mani sulla Heilige Lance. Qualche ora dopo Adolf Hitler si suicidò a Berlino.
La Lancia di Longino, che probabilmente aveva dato al Führer suggestioni superstiziose più che religiose.
C'era, quindi, in tutto questo il riconoscimento, da parte dei vertici del Terzo Reich, di una sacralità magica dell' "arma invincibile", sicuramente indipendente dalla passione di Cristo e, più che altro, in connessione con i miti medievali della spada nella roccia, di Excalibur, e della Durlindana della Chanson de Roland.
Ragion per cui possiamo affermare che tutti i personaggi, più o meno importanti nella storia che hanno ricercato la lancia di Longino, il santo Graal, oppure la sacra spada di Excalibur, non sono stati indotti a perseguire quel determinato fine grazie ad un "Potere Reale" di questi oggetti. Ma grazie, piuttosto, alla "Chimera" che queste determinate cose potevano, e possono ancora, esercitare sulle piccole e grandi menti dell'umanità intera.
Tutto ciò, però, non ci "Deve" mai deve far dimenticare l'immensa e profonda fede che questi oggetti suscitano, nei cuori e nelle menti di migliaia di milioni di persone, (di qualsiasi estrazione sociale), per una "Religione", o per una "Filosofia di Vita" , ispirata da un grande uomo di pace.
Fonti:
http://www.ecn.org/cunfi/long01.htm
http://www.edicolaweb.net/am_0203a.htm
http://www.paranormal.altervista.org/
http://www.edicolaweb.net/am_1101a.htm
http://www.acam.it/longino.htm
http://www.leonardoderasmo.com/
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