|
Brian Weiss a proposito del mistero della vita oltre la vita
a cura di Alberto Rossignoli
In merito alla macro-questione della vita oltre la vita, diverse domande possono affollare la mente, ad esempio: ammesso che qualcosa vi rimanga, dopo la morte fisica, dove va a finire? Inoltre, è possibile che questa forma di energia (se vogliamo definirla così) possa tornare col tempo ad assumere sembianze umane? E se fosse così, potrebbe rimanerne traccia nella mente?
Ebbene, c'è chi si occupa di andare in cerca di (possibili) tracce di vite precedenti nel profondo di ogni persona.
Di chi si sta parlando?
Di uno psichiatra americano, esperto di ipnosi regressiva, che ha insegnato in diverse università americane e ha diretto per oltre un decennio il Dipartimento di Psichiatria del Mount Sinai Medical Center di Miami, in Florida, oltre che essere autore di numerosi libri che hanno venduto milioni di copie nel mondo: il professor Brian Weiss.
Questi, persona semplice, sorridente, disponibile, umile, di notevole serietà professionale e preparazione, si avvicinò all'ipnosi regressiva nel tentativo di curare alcune psicosi che hanno sede nel profondo della mente umana, come vedremo in seguito.
Andiamo nello specifico.
L'ipnosi regressiva, secondo le parole del professor Weiss, è una tecnica che consentirebbe un reale viaggio a ritroso nel tempo: l'operatore mette i pazienti in uno stato di totale rilassamento, stato in cui sono in grado di ricordare ogni avvenimento del loro passato, addirittura le loro vite passate.
Coloro che si sottopongono a ipnosi regressiva acquisirebbero uno stato di serenità in quanto, come macro-conseguenza, acquisterebbero consapevolezza del fatto che la morte non esiste e che loro stessi e i loro cari non sono mai morti, in realtà. E, sfatando uno dei miti più comuni circa l'ipnosi, non è vero che si perderebbe conoscenza.
Inizialmente, il professor Weiss era alquanto scettico, almeno sino al 1980, quando ebbe in cura una paziente (tale Kathrine), la quale soffriva di depressione e di numerose fobie: sotto ipnosi, ricordò eventi risalenti a quattromila anni prima, in un luogo dell'Estremo Oriente, in altro corpo e con un'altra identità. Alla fine di quella vita, era stata annegata assieme al suo bambino (in questa vita non aveva figli): dopo quella seduta, la sua paura di inghiottire le pillole dei medicinali svanì completamente.
Ora, da quanto emerso dai resoconti dei pazienti curati dal professor Weiss mediante ipnosi regressiva, l'unico tipo di differenza esistente tra i diversi spiriti si basa sulla tipologia di conoscenza raggiunta.
Interessante la concezione che lo psichiatra americano ha di Dio: per lui, Dio è pura energia, una forma energetica che va al di là dell'umana comprensione e che tutto permea, anche la nostra stessa esistenza, dal momento che noi deriviamo da Dio.
In merito al "post-mortem", per il professor Weiss, nella dimensione superiore non esiste lo spazio-tempo come convenzionalmente inteso e la reincarnazione non avviene immediatamente dopo il decesso: nell'attesa di reincarnarci, apprenderemmo nozioni nell'attesa della nuova incarnazione.
Ad ogni modo, non esisterebbero punizioni, ma si porrebbe rimedio ai danni fatti, imparando l'amore e la compassione, al fine di crescere spiritualmente, perché questa è la causa finale dell'esistenza, per lo meno quella umana.
Ma come mai si dimenticano le nostre vite passate?
Secondo lo psichiatra americano, perché sarebbe quanto mai arduo ricordare una moltitudine di passate esistenze e, nondimeno, per poter verificare se davvero stiamo progredendo e stiamo imparando le lezioni che di volta in volta ci vengono fornite.
Chiaro che la Terra non è l'unica dimensione in cui ci si reincarna: sarebbe però un luogo privilegiato per le anime, perché apprendano l'amore, la pazienza, la compassione.
Non è facile, ammette il professor Ring, distinguere di volta in volta se si tratti di fantasie, di metafore, di invenzioni oppure di autentici ricordi: capita però che un soggetto sotto ipnosi esponga dettagli a lui totalmente sconosciuti e, in secondo luogo, risulterebbero convincenti, per lo psichiatra, quei pazienti che incontrano i loro figlioli di precedenti vite e che sono in grado di raccontare loro eventi che li riguardano, risalenti magari agli anni Venti e Trenta del XX secolo; nondimeno, altro punto importante,è un po' difficile che si manifesti un effetto curativo sul soggetto se si trattasse solo di fantasie, a detta del professor Ring: l'effetto curativo riscontrato non potrebbe darsi solamente a causa dell'immaginazione
E che dire di quei soggetti che parlano lingue a loro sconosciute, che riconoscono le loro tombe o il villaggio dove sono vissuti molto tempo addietro e via dicendo? E qualsiasi dato e/o nome esposto durante l'ipnosi può comunque essere successivamente verificato: sono prove aventi la loro oggettività.
Questo è soltanto un breve articoletto introduttivo, senza pretese: intendo, col tempo, intraprendere ricerche personali riguardo al dottor Weiss, approfondendo la sua storia e le sue ricerche, ricerche che non mancherò di condividere con chi vorrà ascoltare e vorrà ricercare assieme a me, spinto da un sincero desiderio di conoscenza.
Fonti:
Roberto Giacobbo, Il ragionevole dubbio, Le risposte degli scienziati di fronte al mistero della vita oltre la vita, Giunti Editore, Prato, 2007.
|
|