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Il mistero di Christopher Marlowe
a cura di Alberto Rossignoli
Il 30 maggio 1593, Christopher Marlowe, drammaturgo del Rinascimento inglese, si recò a Deptford (nella zona sud-est di Londra) per mangiare e bere qualcosa con tre individui, Ingram Frizer, Nichols Skeres e Robert Poley, in una casa di proprietà della vedova Eleanor Bull.
I quattro trascorsero tranquillamente il tempo, ma dopo cena scoppiò una rissa per il conto e volarono parole pesanti.
Marlowe, che si era sdraiato a riposare, balzò in piedi, strappò il pugnale a Frizer e gli vibrò due colpi alla testa, forse con l'impugnatura. Nella colluttazione che ne seguì, Frizer pugnalò Marlowe all'occhio destro, uccidendolo sul colpo.
Ora, diversi autori quasi contemporanei all'avvenimento,concordano nel fatto che la morte del drammaturgo non fosse stata accidentale, o per un motivo o per un altro.
Ma perché?
Ripercorriamo a ritroso gli eventi.
Appena dieci giorni prima della morte, Marlowe era stato arrestato e rilasciato provvisoriamente dal Consiglio privato della regina per ateismo, blasfemia e sedizione, crimini alquanto gravi all'epoca e parecchi testimoni avevano deposto contro di lui.
A fornire la prova principale fu un certo Richard Baines, il quale asserì che l'accusato riteneva Mosè un imbroglione e che un certo Heriots (servitore di sir Walter Raleigh) avrebbe potuto fare meglio di lui, che il primo principio della religione servisse a mantenere gli uomini in uno stato di soggezione, che il Nuovo Testamento è scritto in modo deprecabile e che, se dovesse fondare una nuova religione, seguirebbe un metodo migliore e, come se non bastasse, che tutti coloro cui non piacciono tabacco e ragazzi sono degli stupidi.
Ma sarà vero tutto questo?
Ora, è chiaro che simili opinioni rischiavano di minare alla base la struttura della società; tuttavia, nelle mani giuste, la prova di tali opinioni poteva abbattere Marlowe e tutta la sua cerchia, la "Scuola della Notte", e il suo mecenate, sir Walter Raleigh.
Che Marlowe fosse un agente segreto?
Tante volte lo si è ipotizzato, con prove più o meno fondate; tuttavia, è da rilevare che l'indulgenza usata col drammaturgo dopo numerose infrazioni che commise nel corso del tempo (in cui, in particolare, la sua condotta e i suoi spostamenti non apparivano così limpidi e giustificabili, senza contare un'accusa di contraffazione di denaro e una rissa in cui ci scappò il morto), dà da pensare.
Inoltre, nell'opera di Marlowe Il massacro di Parigi, appare come comparsa un "agente inglese": coincidenza?
Un gruppo di cospirazionisti ritiene invece che il drammaturgo non sia mai morto a Deptford, perché, in realtà, Marlowe altri non era se non Shakespeare!
Avanzata dalla Marlowe Society, questa ipotesi trovò i suoi più accaniti rappresentanti in Calvin Hoffman, che scrisse The Man Who Was Shakespeare (1955), e A.D. Wraight.
Hoffman pensava che l'amante del drammaturgo, Thomas Walsingham, cugino del capo dei servizi segreti Francis Walsingham, avesse inscenato la morte di Marlowe per salvarlo dalla pena capitale.
La Wright parte invece da presunti indizi trovati nei sonetti di Shakespeare, i quali, letti nel modo opportuno, pare si adattino appieno alla vita di Marlowe.
Per quanto riguarda il problema del cadavere, sarebbero state operate sostituzioni di corpi e falsificazioni di identità.
Nella "Elizabethan Age" , le incongruenze nell'ortografia dei nomi sono terreno fertile per i complottisti, che se ne sono serviti per eliminare l'originale Shakespeare per sostituirvi Marlowe.
Sarà vero?
Oppure tutto un abbaglio di chi vede e vuol vedere complotti dappertutto, insoddisfatto di una realtà fattuale a suo dire eccessivamente banale?
Fonti:
James McConnachie - Robin Tudge, Complotti e cospirazioni, Antonio Vallardi Editore, Milano 2005
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