Il gioco della pelota
Questo gioco era praticato nell’ambito di tutte le grandi civiltà dell’America precolombiana.
Ogni città maya classica, possedeva uno o più terreni di gioco.
Quello di Chichèn-Itzà è il più imponente di tutto il Messico e i tre edifici costruiti sul suo perimetro ne sottolineano la sua importanza: due piccoli templi (o tribune) alle due estremità del terreno e altri due imponenti templi servivano a delimitare l’area del campo.
Il terreno riservato al gioco (95x35 metri) era fiancheggiato per due lati da due alti muri nei quali erano infissi due grandi anelli di pietra. Due squadre partecipavano agli incontri.
I giocatori dovevano far passare la palla negli anelli di pietra. La palla era fabbricata in caucciù e doveva essere rilanciata solo con le spalle, le ginocchia o le anche.
La palla non doveva mai toccare terra; la squadra vincente era quella che aveva commesso meno errori.
Il capitano della squadra perdente veniva decapitato da un giocatore dell’altra squadra.
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