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Il Medio Regno
Compreso tra 2100 e il 1785 a.C., il Medio Regno è inaugurato da una dinastia di faraoni tebani, l’undicesima alla cui iniziativa il paese deve il superamento della crisi precedente. E’ ormai tempo di un generale ripensamento della politica tradizionale, bisogna mettere mano a un deciso e severo risanamento delle precarie condizioni economiche in cui l’Egitto versa, si tratta di conquistare nuovi consensi allargando ad altri, mediante il rito, la certezza della vita ultraterrena. In quest’età, molti partecipano alle cure tradizionalmente riservate al faraone, dei visir, dei funzionari di corte e le fonti rivelano chiaramente come questi ultimi non siano più scelti in base al ceto d’appartenenza, ma in virtù dello spirito d’iniziativa, dell’obbedienza, dell’abilità effettivamente dimostrata.
A garantire rinnovata prosperità è il potenziamento dei commerci. La bonifica in corso delle paludi della zona del delta conquista nuova terra al lavoro del contadino.
I sovrani della dodicesima dinastia tornano a stabilirsi nella zona di Menfi da cui possono governare il paese più facilmente. Sesostri III avanza da conquistatore fino in Palestina e consolida il possesso della Nubia grazie alla dislocazione nella regione di postazioni fortificate. Fortificazioni altrettanto potenti proteggono il Paese in prossimità dell’Istmo di Suez. Noti quali abili costruttori i faraoni della dodicesima dinastia si preoccupano di valorizzare il territorio e fanno del Fayyum una vera e propria oasi in prossimità della quale si edificano la loro residenza. In questo periodo, di cui in architettura restano poche tracce, la statuaria e l’oreficeria raggiungono il loro apogeo, la letteratura produce un capolavoro Il Romanzo di Sinuhe e la lingua consegue una purezza che sarà da modello per le epoche successive. A concludere il periodo del Medio Regno è una donna, la regina Sebekneferure. La sua successione viene messa in discussione, si scatenano lotte intestine di cui beneficiano gli Hyksos, alla lettera "i capi dei paesi stranieri", insieme di tribù nomadi semite il cui insediamento nella zona del Delta è da porsi in relazione con un più vasto movimento di migrazione che interessa tutta l’Asia.
E’ questo il Secondo periodo intermedio, non più lungo di duecento anni circa e nel corso del quale da una fase di piena soggezione ai nuovi avvenuti, l’Egitto passa infine a una fase di riaffermazione di controllo del territorio.
Sorprende il numero dei re che avrebbero governato il Paese in questa età, e d’altra parte la ricostruzione delle successioni è incerta e c’è persino da credere che le dinastie abbiano regnato in parallelo, alcune da Sud, altre da Nord, altre ancora dal centro in relazione all’evolversi della convivenza con i recenti conquistatori. Da loro gli Egizi apprendono la metallurgia del bronzo e soprattutto l’uso del cavallo e del carro da guerra, conoscenze che si riveleranno preziose nell’età successiva. Sembra inoltre che gli Hyksos, conquistato il Paese, si siano limitati a pretendere dai sudditi il pagamento di un tributo, ma non si siano affatto preoccupati di modificare l’amministrazione egizia che continuò a essere concepita alla maniera tradizionale.
La riscossa viene dall’Alto Egitto e annovera come eroi Kames e suo fratello Ahmosis che, conquistata Avaris, la capitale degli Hyksos, e inseguiti gli avversari fin nella Palestina meridionale, fonda la diciottesima dinastia con cui ha inizio il Regno Nuovo.
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