La politica degli Svevi in Italia ed il ruolo della Chiesa
Agli inizi del XIII secolo, l’impero attraversò un periodo di crisi a causa di un accanito scontro per il controllo del trono tedesco tra i guelfi, partigiani della casa di Baviera, e i ghibellini, partigiani della casa di Svevia. La crisi si concluse con il successo di Federico I di Hohenstaufen (1152-1190), che si dedicò subito al consolidamento del potere imperiale.
Federico I, che in Italia sarà detto Barbarossa, discese nella penisola nel 1154 con l’intento di farsi incoronare re d’Italia, ripristinare il controllo delle città del nord e del centro e riaffermare la supremazia dell’autorità imperiale su quella papale. A Roma il monaco agostiniano Arnaldo da Brescia , seguace di Abelardo,aveva tentato inutilmente di far nascere un libero comune. Arnaldo , difensore di una Chiesa povera, aveva addirittura ottenuto l'allontanamento temporaneo del Pontefice. Ma questi, con l'aiuto del Senato della città e di Federico lo aveva fatto catturare e condannare a morte come eretico. In cambio dell'aiuto ricevuto Adriano IV consacra nel 1155 imperatore Federico I.
Quasi subito nascono però dissensi tra il Papa e Federico, in quanto quest'ultimo intende imporre nella città un podestà imperiale , non riconoscendo di fatto l'autorità papale sul territorio dello stato della Chiesa. Più in generale si riaccende lo scontro tra concezione cesaropapista e teocratica del potere all'interno dello stato. Riassumiamo rapidamente il problema , come viene ripresentato nella DIETA DI BESANCON del 1157 attraverso le tesi del cardinale Bandinelli , legato papale e difensore delle tesi teocratiche di Adriano IV.
- CESAROPAPISMO ( Cesare /imperatore guida e controlla il papa ) è la concezione che vede il potere temporale dell'imperatore superiore ad ogni altra autorità anche religiosa, così da farne il capo politico e religioso dello stato , incontrastato con assoluta libertà di decisione anche riguardo alla materia religiosa. Questa concezione del potere nasce in Oriente, presso l'impero di Bisanzio, ma in Europa vedrà sempre grandi ostacoli alla sua diffusione ,soprattutto per le prese di posizione di alcuni pontefici. Il tentativo di far valere pretese "cesaropapiste" era stato riaffermato da Ottone I con il privilegium Otonis , ma alcuni periodi di aperto scontro , come la lotta delle investiture, con la scomunica di Enrico IV , avevano ridotto almeno in parte le pretese dell'imperatore di far valere in modo allargato la sua autorità.
- TEOCRAZIA ( Teos-Divino e cratos-potere ) è la concezione del potere che , riassunta nel Dictatus Papae di Gregorio VII e riaffermata anche dal cardinale Bandinelli, vede l'assolutà superiorità del potere spirituale del Papa su quello dell'imperatore, anche in materia di concessione di autorità politiche. L'unico potere che deriva direttamente da Dio è quello papale. Quindi il Papa è infallibile come la Chiesa , è insindacabile nelle sue decisioni , concede come un beneficio la carica imperiale ad un uomo ( l'imperatore ) che comunque Gli è sottoposto gerarchiocamente. La carica imperiale può sempre essere revocata con la scomunica e in tal caso cade l'obbedienza dei sudditi nei confronti dell'imperatore.
Nel 1158 Barbarossa scese in Italia e si dimostrò subito ostile nei confronti dei comuni centro-settentrionali; egli riaffermò la propria competenza sulle regalie (diritti di imporre tasse, battere moneta, stipulare trattati, ecc. che erano stati acquisiti o usurpati dai comuni ai tempi di Enrico IV) esercitate dai comuni e dispose che in ogni città si insediasse un governatore di nomina imperiale.
Di fronte a queste prese di posizione, la Chiesa rispose schierandosi con i comuni ribelli e il distacco tra papato e impero si approfondì quando fu eletto pontefice Alessandro III.
Nel 1183 fu conclusa la pace di Costanza in base alla quale i comuni ottennero il riconoscimento della loro autonomia in cambio di un formale atto di sottomissione all’imperatore, il quale aveva già riallacciato buoni rapporti con il papato.
La Chiesa e Federico II
Il problema dell'antagonismo con il papato si ripresenterà con Federico II il nipote di Federico Barbarossa, figlio di Enrico VI e Costanza d'Altavilla.
Il matrimonio di Enrico VI e Costanza d'Altavilla
Federico nella sua minore età è sotto la tutela di papa Innocenzo III, che ne fa il suo pupillo , anche per dirigerne la linea politica italiana. A 4 anni è nominato re di Sicilia. Il Pontefice vuole evitare la riunione delle corone di Sicilia e dell'impero e in questa direzione si muove.
Dapprima sostiene Federico II nella nomina imperiale contro Ottone di Brunswick ( che voleva estromettere dal trono di Sicilia Federico e riunificare la corona imperiale con quella d'Italia ), poi si fa promettere da Federico la divisione delle due corone . FEDERICO II è consacrato imperatore nel 1215 dal papa.
Innocenzo III nel 1216 muore ma FEDERICO II non vuole rinunciare al suo trono di Sicilia. E molto legato ai domini ex normanni che pensa di organizzare modernamente partendo dalla sua corte di Palermo. Promette ad Onorio III ( il Papa che aveva riconosciuto la regola di S.Francesco ) di guidare una spedizione in Terra Santa, in cambio del riconoscimento alla sua carica di imperatore. Rinnova la promessa al nuovo papa Gregorio XIV , ma lo scoppio della peste lo convince a ritornare prima di aver realizzato la liberazione di Gerusalemme. E' perciò scomunicato dal papa. Si delineano tre tipi di contrasto :
- con i comuni del nord Italia che rivendicano le solite autonomie , - con i baroni siciliani che vogliono esercitare un potere . territoriale svincolato dal controllo della corte di Palermo- con il papa che è scontento dei ritardi della crociata e scomunica l'imperatore.
Nel 1229 Federico va in Terra Santa, ma non si impegna in una vera riconquista del territorio. Patteggia con il sultano di Egitto e ottiene la sovranità di Gerusalemme ed il libero approdo per i mercanti ed i pellegrini cristiani nella zona. NEL 1231 EMANA LE COSTITUZIONI MELFITANE: con questo documento
-Riprende la politica accentratrice delo stato normanno.
-Limita le autonomie comunali ed esercita un decisivo controllo sulla feudalità in tutto il territorio del regno di Sicilia.
- Limita il potere della chiesa che con le sue proprietà poteva considerarsi uno stato nello stato.
-Esercita un rigido fiscalismo attraverso i suoi funzionari, e la sua burocrazia , realizzando alcuni dei caratteri dello stato moderno accentrato e non più dipendente dalla feudalità spesso insicura e infedele.
- Interviene in campo economico potenziando l'agricoltura dell'isola,dando vita a colture arbofrutticole e cerealicole e riducendo il peso dei pascoli naturali. Vengono aperte nuove fabbriche per la lavorazione del cuoi, della lana dei metalli e della ceramica.Nascono importantoi centri per la lavorazione di questi materiali, come Caltagirone. Con i successori di Federico II ,Angioini e poi Aragonesi, la Sicilia inizierà la sua decadenza economica.
- Sotto l'aspetto culturale è importante la nascita della Scuola poetica siciliana, dove confluiscono uomini di cultura, di varia estrazione.Dai poeti legati alla cultura provenzale agli scienziati legati alla cultura araba ( con l'introduzione dell'algebra e della geometria arabe ).I poeti della Scuola siciliana , tra i quali lo steso Federico II e Pier delle Vigne,saranno i primi a scrivere in volgare illustre siciliano.
Lo Studium di Napoli divenne importante per le scienze giuridiche e la Scuola di Salerno per la medicina.
Castel del Monte, la residenza pugliese di Federico II
Federico protesse i francescani ,ma perseguitò le eresie. La sua personalità politica e culturale lo fece soprannominare "meraviglia del mondo ". Tra i suoi collaboratori ricordiamo Pier delle Vigne , che Dante ci presenta nel canto 13^ dell'Inferno nella selva dei suicidi.Invano tentò, questo suo fedele collaboratore di farlo recedere dalla sua politica antipapale. Fu per questo sospettato di tradimento e ciò causò il suo suicidio.
- Il progetto politico di FEDERICO II voleva creare un grande stato mediterraneo , che partendo dalla Sicilia , unificasse tutte le terre italiane ,anche quelle pontifice e del nord Italia. L'ITALIA NEI SUOI PROGETTI SAREBBE DOVUTA DIVENTARE UNA GRANDE MONARCHIA EUROPEA. L'ultima fase della vita di Federico è impegnata nella lotta contro i comuni del Nord Italia.Egli si fa sostenitore del ghibellinismo e convoca due diete, destinate a revocare le concessioni della pace di Costanza.
I comuni rinsaldano le loro leghe, ma vengono sconfitti a CORTENUOVA sull'Oglio.Federico è aiutato in questa occasione da Ezzelino III da Romano, signore della marca trevigiana.Si impadronisce in questa occasione del Carroccio, simbolo della libertà comunale.
Il Pontefice si irrita per il tradimento di alcune città come Pavia e per quello di Ezzelino.Decide di scomunicare nuovamente Federico e prepara un concilio di vescovi che dovrebbe a Roma arrivare a tale decisione. Ma i prelati sono catturati dal figlio naturale di Federico, Enzo presso l'isola del Giglio , dove vengono anche sconfitti i Genovesi, alleati della lega comunale e del Papa. Anche il nuovo papa Innocenzo IV prodegue nel tentativo di scomunicare Federico, convocando il Concilio di Lione.
A questo punto la sorte imperiale comincia a declinare. PARMA , città ghibellina, passa dalla parte della lega e del papa. Federico tenta di riportare l'ordine in questa città, ma a FOSSALTA il figlio Enzo viene sconfitto in modo definitivo. Il figlio Enzo viene imprigionato e portato a Bologna , come ci racconterà il poeta Carducci nella "Canzone di re Enzo". Lì morirà.Siamo nel 1248. Due anni dopo anche Federico II morirà.
Conclusioni: L'opera di Federico II dimostra essenzialmente due linee di tendenza della storia italiana e tedesca.
1) In Italia il particolarismo ( comuni, stato pontificio ) regge e l'accordo di queste due forze impedisce la riunificazione del territorio italiano in un unico regno, seppur tenuto da un signore straniero.Soprattutto l'alta Italia è una terra di autonomie locali destinate ad un sostanziale frazionamento politico.
2) Anche in Germania vince il particolarismo dei vari principi, sempre in lotta gli uni contro gli altri, tanto, che dopo la morte di Federico, seguirà un periodo di 20 anni di disordini interni e di lotte ( il grande interregno). Solo con la Bolla d'oro, ben più tardi, si sancirà l'elettività dell'imperatore, ormai solo più un signore di terre tedesche.
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