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L'Arca di Mosè

L 'uomo paludato come un antico sacerdote ebraico solleva lentamente il coperchio di una piccola cassa dorata. Trepidante, scruta nel suo interno polveroso. Per qualche istante il sacerdote appare deluso, poi qualcosa sembra prendere vita: dapprima sono scintille, lampi di luce accompagnati da un suono sinistro che aumenta di intensità. Quindi una sorta di nebbia, che presto assume i connotati di uno spettro mostruoso, e gli si avventa addosso con una violenza che nessun essere umano è in grado di sopportare. La testa del sacerdote esplode; una colonna di luce si sprigiona dall'antico contenitore e raggiunge le nubi ...

Senz'altro avrete riconosciuto le scene finali de I predatori dell'Arca Perduta, il film di Lucas e Spielberg che nel 1981 ha lanciato a livello popolare la figura dell'archeologo-avventuriero e che ha suscitato un ondata di curiosità nei confronti dell'Arca dell'Alleanza. Di cosa si tratta? Ce ne parla per la prima volta la Bibbia nel libro dell'Esodo . In esso si narra che sul monte Sinai Dio diede a Mosè istruzioni precise per la costruzione di un oggetto straordinario: una cassa o un cofano, a noi noto con il nome latino di Arca. Infatti dopo aver ricevuto le Tavole della legge (il segno dell'Alleanza tra Dio e il suo Popolo), Mosé le fece chiudere nell'Aron haerit (l'Arca), una sorta di cassa così descritta:

(...) di legno d'acacia, lunga due cubiti e mezzo, larga e alta un cubito e mezzo (circa cm. 125 x 75 x 75). La rivestì d'oro puro di dentro e di fuori, e le fece intorno una corona d' oro. Fuse per essa quattro anelli d'oro e li fissò ai suoi quattro piedi (...); prese poi due stanghe di legno d'acacia, le ricoprì d'oro e le fece passare negli anelli ai lati dell'Arca per poterla trasportare. Fece pure il propiziatorio (una sorta di coperchio) d'oro puro; costruì inoltre due cherubini d'oro battuto con le ali aperte in alto e con le loro facce rivolte l'una verso l'altra sopra il propiziatorio.

(c'è da notare che i cherubini biblici non hanno nulla a che vedere con i putti grassottelli inventati dai pittori del Rinascimento: si tratta di creature alate con il corpo da leone e il volto di sfinge).

Quando l'Arca, contenente le Tavole della Legge, fu pronta Mosè scese dal monte con il volto "raggiante di luce" e la portò nella tenda che Dio stesso aveva ordinato di erigere al popolo d'Israele. Quando tutto fu a posto una nube coprì la tenda e la Gloria del Signore la riempì. Per tutto il tempo del viaggio nel deserto verso la "terra promessa" il popolo d'Israele si metteva in cammino quando la nube si alzava sopra la tenda. Durante il giorno la nube rimaneva sulla tenda e durante la notte gli israeliti vedevano un "fuoco ardente" al suo interno.

L'Arca prodigiosa

L' Arca aveva davvero poteri soprannaturali ? La Bibbia parla di uomini fulminati dal Signore per averla toccata, e le attribuisce altri sinistri prodigi. E' l'Arca con cui Giosuè girò per sette volte attorno alle mura di Gerico, facendole crollare rovinosamente:

Allora il popolo lanciò il grido di guerra e si suonarono le trombe. Come il popolo udì il suono della tromba ed ebbe lanciato un grande grido, le mura crollarono ... (Gs 6,20-21)

E' l'Arca con cui gli ebrei andarono in guerra contro i popoli cananei: il segno prepotente della presenza di Dio, la cui sottrazione da parte dei nemici di Israele causò tali disastri che essi furono costretti a rimandarla indietro. L'Arca fu portata in battaglia nel corso di un'azione contro i Filistei che avevano invaso la terra di Canaan da Nord. Quando i Filistei sentirono l'urlo risuonare dal campo degli israeliti capirono di dover combattere con la forza della disperazione per non essere ridotti in schiavitù. Combatterono con una tale ferocia che vinsero la battaglia e trafugarono l'Arca. Essi la portarono nel tempio del loro dio Dagon, ad Asdod. Il mattino seguente, la statua di Dagon giaceva a faccia in giù, come in adorazione. Raddrizzata, ricadde e la testa e le mani si staccarono dal corpo. Un'epidemia di peste bubbonica colpì gli abitanti di Asdod. Dovunque si portasse l'arca per nasconderla, si verificavano epidemie simili. Dopo sette mesi i Filistei decisero di restituirla ad una città ebrea, per non essere annientati ...

E' l'Arca che Davide portò festosamente nella nuova capitale Gerusalemme e per la quale suo figlio, Salomone, eresse un Tempio maestoso. Il potere attribuito a questo oggetto , capace di far crollare le mura di una città e di affliggere i nemici con malattie, era immenso. Dava la morte a chiunque la toccasse senza osservare il rituale e le disposizioni rivelati a Mosè. Si tratta, forse, di invenzioni letterarie atte a dimostrare la potenza di Dio, ma qualche accanito ricercatore sostiene che l'Arca dell'Alleanza era in realtà un potente accumulatore elettrico, costruito in base a certe conoscenze segrete, che emetteva scariche mortali.

L 'Arca dell'Alleanza, l'oggetto di culto più caro agli antichi Ebrei, era dunque una cassa di legno di acacia ricoperta d'oro, di circa 75 x 75 x 125cm. Le estremità del coperchio erano ornate da due cherubini, le cui ali si toccavano per formare il trono di Dio, di cui l'arca era il poggiapiedi. L'arca conteneva le reliquie più preziose della storia di Israele: le Tavole della Legge con i Dieci Comandamenti. Essa simboleggiava la presenza di Dio sulla Terra e accompagnava il popolo nel deserto e in guerra. L'Arca veniva impiegata per ottenere la vittoria in battaglia, uccidere e provocare pestilenze. Solo chi aveva ricevuto un'iniziazione mistica e ne conosceva i segreti era al sicuro dal potere dell'arca. Si formò così un sacerdozio particolare attorno all'arca, e solo i Leviti, un'antica casta religiosa, potevano accedere al suo cospetto. Essa era celata a tutti: solo il Sommo Sacerdote poteva avvicinarsi ad essa e solo dopo averla celata al proprio sguardo con una nube d'incenso, per proteggersi dai suoi poteri. Circondata da profonda venerazione, essa doveva essere coperta di veli prima di essere sollevata. Il Sommo Sacerdote poteva avvicinarvisi una volta all'anno, nel giorno della Riparazione. Toccarla significava morte certa. Dopo l'insediamento degli Ebrei a Canaan, l'arca rimase a Silo finché i Filistei non la catturarono. Successivamente Il re Davide la portò a Gerusalemme e più tardi, sotto il regno di Salomone, fu sistemata nel Tempio che egli fece appositamente edificare.

L' Arca perduta

In un'epoca imprecisata della storia d'Israele l'Arca sparì improvvisamente dalle cronace bibliche. Sulle circostanze della sua scomparsa, forse prima o durante la distruzione del Tempio da parte dell'esercito babilonese nel 587 a.C., la Bibbia non ha quasi nulla da dire. Il Tempio venne successivamente ricostruito, ma nel santuario interno (detto Tabernacolo o Sancta Sanctorum) non venne più custodita alcuna arca. Si sa solo che re Giosia, attorno al 609 a. C., ordinò ai sacerdoti leviti di restituirla e riporla definitivamente nel Tempio (2Cr 35,3-6). Nel libro di Geremia, inoltre, si afferma che

quando vi sarete moltiplicati e sarete stati fecondi nel paese, in quei giorni, dice il Signore, non si parlerà più dell'arca dell'alleanza, nessuno ci penserà nè se ne ricorderà; essa non sarà rimpianta nè rifatta. In quel tempo chiameranno Gerusalemme trono del Signore ...

Alcuni hanno ipotizzato che questa profezia di Geremia, vissuto durante il regno di re Giosia, fosse stata pronunciata per confortare il popolo ebreo per la perdita dell'arca, perdita che era già avvenuta. Geremia era nato da una famiglia sacerdotale, discendente dai sacerdoti dell'antico santuario di Silo, dove era stata custodita l'arca dell'alleanza. Egli, quindi, era cresciuto tra uomini che avevano servito l'arca ed era consapevole di quale sarebbe stato il suo destino. Secondo alcuni l'arca fu nascosta in un luogo segreto, per altri fu trafugata. Nel corso dei secoli, al di fuori del mondo ebraico, rimase viva la speranza che l'Arca si fosse salvata e che fosse stata portata lontano, nei deserti dell'Arabia, oppure oltre il Mar Rosso, in Etiopia ...

Attualmente, dunque, l'Arca è perduta, perchè nessuno sa che fine abbia effettivamente fatto. Essa, come abbiamo visto, scompare rapidamente e in modo ingiustificato dalla storia narrata nei Testi sacri. La Bibbia afferma che era custodita nel Nerib (Santissimo, o Sancta sanctorum), il luogo più riservato e segreto del Tempio di Gerusalemme (che fu in origine costruito da Re Salomone proprio per conservarla), ma in seguito se ne perdono completamente le tracce. L'Arca, infatti, era considerata la più importante reliqua dell'Antico Testamento, in quanto ritenuta la "manifestazione" di Dio in Terra. Tuttavia, dopo essere stata citata innumerevoli volte, a partire da un certo momento scompare per sempre dall'Antico Testamento e non se ne parla più, come se fosse svanita nel nulla ...

L' Arca ritrovata

Quale fu il destino dell'Arca ? Qui di seguito verranno elencate alcune ipotesi sulla sua possibile dislocazione attuale.

L'Arca si trova in Egitto

Il Vecchio Testamento descrive un'invasione avvenuta intorno al 926 a.C. e ordita da un faraone di nome "Sisach", a noi noto come Sheshonq I, fondatore della ventiduesima dinastia. Nel Primo Libro dei Re si legge testualmente:

Nell' anno quinto del regno di Roboamo (926 a.C.) Sisach, Re d'Egitto (Sheshonq I, XXII Dinastia) marciò contro Gerusalemme (...) e portò via i tesori del tempio del Signore. Portò via ogni cosa, anche gli scudi d'oro lasciati da Salomone(1Re 10,16;14,26)

In quell' "ogni cosa" poteva esserci dunque anche l'Arca dell'Alleanza. L'allora capitale d'Egitto era Bubasti, sul delta del Nilo, accanto a cui sorgeva Tanis, ove Lucas ha ambientato il ritrovamento dell'Arca.

L'Arca si trova in Palestina

Il secondo Libro dei Re descrive la vittoria di Ioas, Re d'Israele, su Amazia, re di Giuda, nel 785 a.C. Ioas si impadronì di tutto l'oro e l'argento e di tutti gli oggetti preziosi trovati nel Tempio e nella reggia. Il Secondo libro dei Re così racconta:

Prese tutto l' oro, l' argento e tutti gli oggetti che si trovavano nel tempio del Signore e se ne tornò a Samaria (nell'odierna Palestina)

Se il faraone Sheshonq non fosse riuscito a trovare l' Arca, potrebbe averla trafugata proprio Re Ioas.

I rabbini che compilarono il Talmud erano convinti, invece, che l'arca fosse stata nascosta da re Giosia, quando venne a sapere della maledizione contenuta nel libro del Deuteronomio: "Il Signore deporterà te e il re che ti sarai costituito in una nazione che nè te nè i tuoi padri avete conosciuto (Dt 28,36). Per questo motivo, secondo loro, il re vi avrebbe rinchiuso al suo interno anche la manna, il bastone di Aronne, l'ampolla con l'olio per le unzioni.

L'Arca si trova a Babilonia

A detta del Secondo Libro delle Cronache , attorno al 600 a.C. l'Arca esisteva ancora. Vi sta infatti scritto:

Poi Giosia disse ai Leviti: "Collocate l'Arca Santa nel Tempio del Signore che edificò Salomone".

Su una piccola tavoletta d'argilla, scritta in caratteri cuneiformi, la cronaca babilonese registra brevemente il disastro che colpì gli israeliti nel 597 a.C.

Nel settimo anno del mese di Kisleu il re di Babilonia si mise alla testa delle sue truppe e assediò la città di Giuda; il secondo giorno del mese di Adar espugnò la città e ne catturò il re.

Ioiachin, re di Giuda, si arrese al re babilonese. Egli lo fece prigioniero, "portò via tutti i tesori del tempio e i tesori della reggia" e fece a pezzi "tutti gli oggetti d'oro che Salomone aveva posti nel tempio" (2Re 24,13). Cose peggiori sarebbero accadute dieci anni dopo. Una rivolta capeggiata dal re di Giuda Sedecia, vassallo dei babilonesi, provocò una violenta reazione da parte di questi ultimi. Tra il 587 e il 585 a.C., Nabucodonosor, re dei Caldei e dei Babilonesi, marciò su Gerusalemme e, dopo un assedio durato 18 mesi, rase al suolo la città e distrusse il tempio. Il re Sedecia, accecato, fu deportato a Babilonia assieme a tutti i giudei sopravvissuti. Il santuario fu ampiamente depredato dal capo delle guardie, Nabuzardàn, che "portò a Babilonia tutti gli oggetti del tempio del Signore". Un dettagliato inventario del bottino è fornito nel testo biblico del secondo Libro dei Re (2Re 25,8-17), ma l'arca non compare nell'elenco. Sicuramente quando venne eretto il secondo Tempio, costruito dopo il ritorno degli esiliati in Palestina, l'arca non era più presente in esso. Infatti i rabbini che compilarono il Talmud affermavano che c'erano cinque elementi che differenziavano il primo tempio dal secondo: l'arca, il fuoco, la presenza di Dio, lo spirito santo, i misteriosi "urim" e "tummin". Quest'idea è avvalorata dallo storico ebreo Giuseppe Flavio, il quale conferma che l'arca non era presente nel secondo tempio, e dallo storico romano Tacito, il quale racconta che quando Pompeo entrò nel santuario interno nel 63 a.C. lo trovò vuoto.

L'Arca é sepolta nel deserto del Sinai

È un'ipotesi degli archeologi Emmanuel Anati e Flavio Barbero, secondo i quali Mosé, iniziato al culto del dio unico Aton (fondato dal faraone "eretico" Akhenaton) e perseguitato per questo dai sacerdoti di Amon, avrebbe prelevato l'Arca - un potente oggetto magico custodito in Egitto fin dalla notte dei tempi - da un tempio egizio, e l'avrebbe portata con sé durante l'Esodo. Per proteggerla, l'avrebbe sostituita con una copia e avrebbe nascosto l'originale, insieme ad altri tesori del popolo ebraico, nelle viscere del monte Har Karkom, ove si troverebbe tuttora.

Si sa ormai da molto tempo che il nome "Mosè" è di origine egizia, nonostante l'etimologia ebraica fornita dalla Bibbia. Se era cresciuto in circostanze privilegiate, nell'élite egizia, è possibile che la religione espressa da Mosè e trasmessa agli ebrei condotti nel deserto fosse di matrice egizia ? E' possibile che l'arca fosse simile all'arca sacra trovata nella tomba di Tutankhamon e somigliante nella funzione alle barche processionali egizie ? La scoperta e la traduzione delle iscrizioni lasciate da Akhenaton (noto anche come Amenofi IV°, diciottesima dinastia), gettano nuova luce sulla vicenda storica di Mosè e degli ebrei. Questo faraone, padre di Tutankhamon, cancellò la religione tradizionale egizia istituendo il culto solare di Aton, unico dio cratore dell'universo. Il famoso Inno ad Aton, scritto da Akhenaton, è più vicino al modo di sentire biblico che alla cultura egizia, tanto che qualcuno lo considera la fonte del Salmo 104. Mosè potrebbe essere il fondatore di una religione monoteistica derivata o ispirata a quella sorta in Egitto per opera di Akhenaton e avente come oggetto centrale di culto l'Arca stessa ?

L'Arca si trova in Francia o in Scozia

Le sue collocazioni probabili sono tre: da qualche parte nei pressi dei Pirenei, dove sarebbe stata portata dai Visigoti insieme ad altri tesori catturati durante il sacco di Roma (i romani l'avrebbero infatti prelevata durante il saccheggio del Tempio di Gerusalemme, avvenuto dopo i tumulti del 70 d.C.), oppure nella Cattedrale gotica di Chartres. Ve l'avrebbero portata i Templari dopo averla recuperata nei sotterranei del tempio di Gerusalemme e ora sarebbe murata in una cripta segreta. Un'altra ipotesi suggerisce che l'arca sia stata nascosta dai cavalieri sotto le fondamenta della Cappella Roslin, in Scozia, ove giacerebbe tuttora, protetta e custodita dalla massoneria scozzese, in cui confluirono molti templari superstiti dopo la soppressione dell'ordine.

G. Hancock sostiene, infatti, che i primi templari, rappresentanti di nove famiglie nobili del Nord della Francia, fossero andati in Palestina per cercare l'Arca. I primi nove templari, in effetti, rassomigliavano più a degli archeologi che a un esercito: essi rimasero per circa dieci anni in Terrasanta senza accogliere altri cavaliere nell'Ordine. Per quale motivo ? Diverse tradizioni narravano che l'arca e altri oggetti di culto erano stati sepolti o nascosti sul monte del Tempio. La Mishnah affermava che la tenda era custodita nelle "cripte del Tempio". Altre fonti dell'epoca sostenevano che l'arca, l'altare dell'incenso, il bastone di Aronne, l'urna con la manna, e le Tavole della Legge vennero nascoste in un vano segreto sotto una legnaia sul lato occidentale del tempio, vicino al Santo dei Santi. Alcune leggende medievali raccontavano di un arca nascosta in una caverna sotto la spianata del Tempio a Gerusalemme, prima della cattività babilonese. Nel 1140 il medico e filosofo spagnolo Jehudah ha-Levi scrisse in un trattato che l'arca era nascosta sul monte del tempio. Nel secondo tempio, raccontò, fu posta una pavimentazione di pietra nel luogo in cui era seppellita l'arca. Secondo Maimonide, filosofo spagnolo vissuto nel 1100, c'era una pietra presso il muro occidentale del santuario interno sulla quale era posta l'arca. Quando costruì il tempio, Salomone sapeva che sarebbe stato distrutto, perciò predispose delle stanze segrete in cui l'arca avrebbe potuto essere nascosta, in cunicoli profondi. Quando re Giosia ordinò ai Leviti di deporre per sempre l'arca nel tempio, la fece collocare nella stanza segreta appositamente predisposta, motivo per cui l'arca non comparve più nel secondo tempio. Furono queste strane storie a guidare i templari, che scavarono una strada attraverso le fondamenta dell'antica città per trovare l'arca.

L'Arca si trova in una banca svizzera

Il defunto Hailè Selassié, ex Negus d'Etiopia, affermava di essere discendente della Regina di Saba. La famosa regina (di cui sono noti i rapporti con Re Salomone, l'edificatore del Tempio di Gerusalemme) sarebbe entrata in possesso, secondo la tradizione etiope, dell'Arca dell'Alleanza, che, sempre secondo Hailè Selassié, faceva parte del suo tesoro imperiale. In tal caso il luogo più probabile ove ora potrebbe trovarsi sono i capaci forzieri di una banca svizzera, ove l'ex Negus ha nascosto le sue ricchezze prima di lasciare il paese.

L'Arca si trova in Etiopia

G. Hancock é convinto che sia stata portata in Etiopia e che si trovi ancora laggiù. Nelle sue ricerche egli ha scoperto che gli etiopi pretendono di possedere l'Arca da tempo immemorabile. Per secoli, infatti, esploratori e studiosi erano rimasti colpiti dalle sopravvivenze veterotestamentarie nella cultura etiopica. Essi avevano teorizzato che certe pratiche fossero troppo radicate e diffuse per essere nate dalla semplice lettura della Bibbia. Solo un antica presenza giudaica in Etiopia poteva giustificare quel sistema di usanze, in cui l'Arca dell'Alleanza occupava un posto centrale. Secondo una tradizione assai radicata l'antica reliqua venne custodita e conservata nel corso dei secoli dai re cristiani axumiti, che si professavano discendenti dagli antichi israeliti. In molte chiese etiopi se ne trovano tuttora delle repliche (o copie delle Tavole in essa contenute), ma vi è un'unica autentica Tabota Zion ("Arca dell'Alleanza"), custodita nella città sacra di Axum. Una cronaca narra che, nel 1671 d.C., l'imperatore d'Etiopia Iyasu il Grande giunse ad Axum per "parlare" con "l'arca di Sion" posta nel santuario della città. Si dice che egli, varcata la soglia della chiesa, "baciò" l'arca. Essa era chiusa in un cofano e ciascuno dei sette sigilli poteva essere aperto solo con una precisa procedura. Dopo l'apertura dei primi sei sigilli, racconta il cronista, miracolosamente il "settimo sigillo si dischiuse da solo". Ciò significava che l'imperatore era "puro di spirito", e quindi meritevole di essere lasciato in vita dall'arca stessa. Egli, così, potè "parlare" con la sacra reliqua, che "rispose" a Iyasu, offrendogli suggerimenti e garantendogli saggezza.

Secondo un'antica leggenda etiope, contenuta nel Libro sacro denominato Kebra Nagast (che significa La Gloria dei Re), l'Arca fu trafugata e trasportata furtivamente in Etiopia da Menelik, presunto figlio naturale del Re Salomone e della Regina di Saba. Questa donna bellissima viene considerata dagli etiopi la capostipite della dinastia che avrebbe custodito l'arca per migliaia di anni. La più antica versione dell'incontro tra la regina e il re Salomone è contenuta nella Bibbia, nel primo Libro dei Re:

La regina di Saba, sentita la fama di Salomone, venne per metterlo alla prova con enigmi. Venne in Gerusalemme con ricchezze molto grandi (...) Salomone rispose a tutte le sue domande (...) La regina di Saba, quando ebbe ammirato tutta la saggezza di Salomone rimase senza fiato. Allora disse al re: "Era vero, dunque, quanto avevo sentito nel mio paese sul tuo conto e la tua saggezza ! (...) Sia benedetto il Signore Dio tuo ... Nel suo amore eterno per Israele Egli ti ha stabilito re perchè tu eserciti il diritto e la giustizia."

Nell'epica nazionale etiopica, rappresentata dal Kebra Nagast, il racconto articolato dell'incontro tra Salomone e la regina di Saba e del figlio nato dalla loro unione introduce anche la regina e i suoi discendenti nella storia dell'arca. Il Kebra Nagast è un'opera enigmatica, di cui quasi nulla si sapeva in Europa fino al ritorno dall'Etiopia dell'esploratore scozzese James Bruce. In esso si narra che la "regina del sud", di nome Makeda, "sfidò il sole cocente e la sete furiosa per andare ai confini della terra ad ascoltare la sapienza di Salomone". A Gerusalemme Salomone la invitò a soggiornare nel palazzo, deliziandola con canti e musiche. La regina disse a Salomone che lo ammirava profondamente, ma il re rispose che possedeva soltanto quanto Dio gli aveva donato. Nei giorni seguenti la regina tornò a far visita a Salomone per sentire le sue parole di saggezza e anche lui andò a trovare Makeda per rispondere alle sue domande. Sei mesi dopo, quando la regina decise di ripartire, Salomone iniziò a rimuginare. Era una donna molto bella, forse Dio gli avrebbe permesso di avere un figlio da lei (nella Bibbia si dice che Salomone amava le donne). Egli, quindi, la sera prima della partenza, invitò Makeda a cenare con lui, per insegnarle come mangiavano i giusti. La regina accettò di buon grado e, alla fine del banchetto, Salomone la pregò di passare la notte con lui. Durante la notte, con l'astuzia e con l'inganno, la regina fu indotta a concedersi al re che, così, potè soddisfare il suo desiderio. Il giorno dopo il re la lasciò partire tra grandi feste e cerimonie. Le consegnò un anello e le disse che, se avesse avuto un figlio maschio, l'anello sarebbe stato per lui il segno che Salomone era suo padre. La regina diede alla luce un figlio maschio nove mesi dopo aver lasciato Gerusalemme. Lo chiamò Bayna-Lehkem (o Menelik, "il figlio del sapiente"). Compiuti i dodici anni, il ragazzo chiese agli amici se sapevano chi era suo padre. Tutti fecero il nome di Salomone, re d'Israele, e, udito quel nome, il fanciullo chiese il permesso a sua madre per andare a fargli visita. Dieci anni dopo giunse il tempo per lui di andare da suo padre. Quando Salomone vide il giovane a Gerusalemme fu tanto estasiato che cercò di persuaderlo a restare con lui, dove avrebbe potuto vedere la casa di Dio e l'Arca della Legge. Ma Menelik gli rispose di essere venuto a Gerusalemme solo per ascoltare la sua famosa sapienza e per portare con sè una parte delle frange che ornavano il drappo dell'arca. Egli, inoltre, gli ricordò che il re già aveva un figlio, Roboamo, suo erede legittimo. Salomone, allora, ordinò a tutti gli anziani del regno di lasciare che i loro primogeniti accompagnassero suo figlio in Etiopia, per aiutarlo a governare. Dopo essere stato unto nel Tempio dal sommo sacerdote Zadòk, Bayna-Lehkem si apprestò a partire con il suo seguito. Ma tra tanta gioia i giovani incaricati di seguirlo erano infelici perchè avrebbero dovuto lasciare le loro famiglie e abbandonare Sion. Allora Azaria, figlio di Zadòk, propose loro un patto: di nascosto avrebbero portato con sè anche l'Arca di Sion, loro "Signora". Si procurarono una cassa di legno delle dimensioni dell'arca e, la notte prima della partenza, grazie all'aiuto di un angelo che, sotto forma di "colonna di luce" aprì le porte del santuario, sottrassero l'arca dal Sancta Sanctorum sostituendola con la cassa di legno coperta dai drappi di Sion. Poco prima della partenza i giovani caricarono l'arca sopra un carro coperto di stracci e tutti insieme, guidati dall'arcangelo Michele, si misero in cammino sulla via del ritorno. Quando, durante il viaggio, Menelik si accorse che l'Arca dell'Alleanza era venuta con loro, fu sopraffatto dall'emozione: si mise a saltare e ballare proprio come Davide, suo nonno, aveva fatto davanti all'Arca di Dio a Gerusalemme. Quando giunse nella città di sua madre l'arca di Sion risplendeva come un sole. Makeba la vide e, ringraziando Dio, battè le mani e danzò di gioia. L'arca venne collocata nella fortezza di Debra Makeda, protetta da trecento guardie. Nel frattempo il sommo sacerdote Zadòk scoprì, sgomento, che l'Arca era stata trafugata dal Tempio di Gerusalemme. Le sue grida disperate si udirono fino al palazzo del re. Salomone, già colto da un presagio, pianse amaramente: ora vide la corruzione degli israeliti. A causa della loro malvagità e immoralità Dio aveva portato via l'Arca dell'Alleanza . Egli decise di occultare la perdita dell'arca originale sostituendola con una copia e collocandoci dentro il Libro della Legge. Senza la guida dell'arca, tuttavia, il paese cominciò decadere. Salomone iniziò a perdere la saggezza, mentre l'amore eccessivo per le donne lo indusse a seguire gli dèi e gli idoli delle mogli straniere . Dopo la sua morte il regno, ereditato dal figlio Roboamo, si disgregò e venne diviso tra il regno delle tribù del nord (Israele) e quello delle tribù del sud (Giuda) ...

Storicamente, tuttavia, è più probabile che l'arca, se si trova realmente in Etiopia, sia giunta nel paese in età più recente attraverso la penisola arabica. Ci sono, infatti, testimonianze del suo arrivo in Arabia dove, sottratta a Gerusalemme, sarebbe passata nelle mani degli Jurhum, che controllavano i santuari della Mecca e di Najran. Un massacro di cristiani, avvenuto a Najran (nell'attuale Yemen) per opera di una comunità di ebrei d'arabia, fu la causa, intorno al VI° secolo d.C., di una crociata in Arabia meridionale del re cristiano axumita Kaleb. Egli, in questa circostanza, avrebbe potuto impadronirsi dell'arca dell'alleanza e trasportarla, al suo ritorno, in Etiopia.

Nel volume The Sign and the Seal ("Il Segno e il Sigillo" - "Il Mistero del Santo Graal" ed. it.), Graham Hancock sostiene che l'Arca, già parte del tesoro di Hailè Selassié, venne nascosta per molti secoli in una cripta sotterranea posta su un'isola del Lago Tana, sempre in Etiopia, chiamata Tana Kirkos. Ora si troverebbe nascosta nei pressi dell'antica Chiesa di S. Maria di Sion ad Axum (Etiopia), in un luogo segreto all'interno della più moderna Cappella della Tavola, fatta erigere dall'imperatore Hailé Selassié. La reliqua (chiamata con il termine generico Tabot, che identifica indifferentemente sia l'arca che il suo contenuto, ossia le Tavole della Legge) viene attualmente esposta una sola volta all'anno (coperta da drappi) durante una tradizionale processione religiosa cristiana (Timkat) che si svolge in gennaio. Un tempo, infatti, l'arca prendeva parte a quattro grandi festività dell'anno liturgico, i cui riti si celebravano nel palazzo regale. Esse erano il Ledat, il Natale etiopico, il Timqat, l'Epifania, il Tensae, la Pasqua, il Masqal, la festa della Santa Croce. L'Arca viene costantemente custodita da una misteriosa confraternita di sacerdoti. I custodi non permettono assolutamente a nessuno di vederla. Il guardiano incaricato alla sorveglianza è un monaco e dev'essere illibato. Viene nominato a vita dal guardiano precedente e la sua esistenza è completamente dedicata alla protezione e all'adorazione dell'arca. Hancock paragona l'Arca al Santo Graal: come, infatti, gli etiopi difendono il loro tabot, e proteggono l'Arca dal contatto con i profani, convinti che il custode debba trovare un successore mentre e' ancora in vita, così i Templari si autonominarono custodi del Graal.

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Gesù e Mithra
La tomba incompiuta
Tesori Nascosti
Le epidemie nella storia: un’introduzione
Chi Resuscita...
Bronzi di Riace
L’isola Robinson Crusoe
Il culto di Ercole in Italia
A proposito di “anima”: una cronistoria
Le Icone Religiose che Sanguinano e Piangono
Un caso di possessione dimenticato

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